Deindicizzare notizie da Google con l’istanza ex art. 64-ter c.p.p.

Settembre 8, 2025
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Quando si parla di diritto all’oblio su Google, la mente corre inevitabilmente al celebre caso “Google Spain” (C-131/12), deciso dalla Corte di giustizia dell’Unione europea il 13 maggio 2014. In quell’occasione, il sig. Mario Costeja González aveva chiesto che fossero rimossi dai risultati del motore di ricerca i collegamenti a vecchie notizie di un quotidiano che riportavano il pignoramento dei suoi beni per debiti ormai estinti. La Corte stabilì che i motori di ricerca svolgono un ruolo di “titolari del trattamento” dei dati personali e, pertanto, sono obbligati a valutare le istanze di deindicizzazione degli interessati quando i dati risultano inadeguati, irrilevanti, non più pertinenti o eccessivi.
Da quel momento il concetto di diritto all’oblio ha assunto una dimensione concreta nell’ordinamento europeo, rafforzata poi dall’art. 17 del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), che riconosce il diritto alla cancellazione dei dati personali.
Il modulo Google per la richiesta di deindicizzazione
Dal 2014 Google ha predisposto uno strumento specifico per consentire agli utenti di presentare istanze di rimozione dei risultati di ricerca associati al proprio nome. Si tratta del modulo ufficiale di richiesta disponibile a questo link. Attraverso questo canale è possibile chiedere di eliminare il proprio nome da Google in relazione a contenuti che riportano informazioni personali non più attuali, pregiudizievoli o comunque lesive. Il modulo richiede l’indicazione degli URL da rimuovere, delle query interessate (solitamente nome e cognome) e una breve spiegazione delle ragioni per cui la notizia non dovrebbe più comparire nei risultati di ricerca.
Google dichiara esplicitamente che, nel valutare queste richieste, effettua un bilanciamento tra il diritto alla privacy dell’interessato e l’interesse pubblico all’informazione, potendo quindi rifiutare l’istanza se i dati riguardano temi di rilevanza sociale come frodi finanziarie, negligenza professionale o condotte di funzionari pubblici.
È quindi possibile che, pur a fronte di un’assoluzione o di un’archiviazione, la società rigetti la domanda iniziale di rimozione di notizie dal motore di ricerca.
Limiti del modulo Google e comunicazioni via email
Un aspetto problematico della procedura con Google è che il modulo non consente di allegare documentazione giudiziaria. L’interessato, pertanto, non può inserire la copia della sentenza di assoluzione o del decreto di archiviazione direttamente nella richiesta. Solo successivamente, quando Google risponde alla domanda – spesso negativamente – è possibile interagire con il team di revisione attraverso l’indirizzo [email protected], allegando i provvedimenti penali necessari a dimostrare l’intervenuto proscioglimento.
In caso di rigetto definitivo, Google informa l’utente della possibilità di rivolgersi all’Autorità garante per la protezione dei dati personali o di promuovere un ricorso giurisdizionale. Questa strada, tuttavia, è notoriamente lenta: il reclamo al Garante comporta tempi di attesa di diversi mesi (fino ad 1 anno), la predisposizione di memorie difensive e controdeduzioni, e nella maggior parte dei casi è consigliabile l’assistenza di un avvocato esperto di privacy e di tutela della reputazione online. Per questo motivo, nonostante la via amministrativa resti percorribile, spesso non rappresenta la soluzione più rapida per chi desidera cancellare notizie da internet legate a un procedimento penale ormai chiuso.
La Riforma Cartabia e l’art. 64-ter c.p.p.
Un importante passo avanti per gli imputati prosciolti è arrivato con la cosiddetta Riforma Cartabia. Il D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 ha introdotto all’art. 41, comma 1, lettera h), il nuovo art. 64-ter nelle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che la persona assolta, destinataria di un provvedimento di archiviazione o di non luogo a procedere, possa chiedere direttamente alla cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento di apporre un’annotazione che costituisce titolo per ottenere la deindicizzazione dai motori di ricerca.
La norma distingue tra preclusione dell’indicizzazione (comma 2) e vera e propria deindicizzazione (comma 3). Nel primo caso, il provvedimento giudiziario viene contrassegnato da un’apposita dicitura che ne impedisce la reperibilità tramite query nominative. Nel secondo, viene rilasciata una formula che consente all’interessato di rivolgersi a Google e agli altri motori di ricerca chiedendo formalmente la rimozione di notizie dal motore di ricerca riferite al procedimento penale.
È bene sottolineare che la deindicizzazione non equivale a eliminare notizie da internet, perché l’articolo giornalistico rimane pubblicato nell’archivio della testata, ma non è più rintracciabile digitando il nome dell’ex imputato.
L’istanza alla cancelleria: come funziona
L’iter per ottenere la deindicizzazione delle notizie da Google tramite la Riforma Cartabia è molto più rapido e lineare rispetto alla via amministrativa. Occorre presentare un’istanza alla cancelleria del giudice che ha pronunciato la sentenza di assoluzione o prescrizione o emesso il decreto di archiviazione. L’istanza deve riportare come oggetto la dicitura “Richiesta volta ad ottenere deindicizzazione dei dati relativi al procedimento penale de quo e dei dati personali” e contenere l’esplicita richiesta che la cancelleria apponga la formula prevista dal comma 3 dell’art. 64-ter.
Una volta depositata l’istanza, la cancelleria rilascia un provvedimento digitale con impronta HASH che certifica la validità dell’annotazione. Questo documento costituisce titolo legale da presentare a Google, con il quale chiedere di eliminare notizie da Google relative al procedimento. Grazie a questa procedura, la posizione dell’interessato non deve più passare attraverso valutazioni discrezionali del motore di ricerca, ma trova un fondamento giuridico immediato in un provvedimento dell’autorità giudiziaria. In termini pratici, questa via consente di togliere notizie dai motori di ricerca con tempi molto più brevi, rafforzando la tutela degli ex imputati prosciolti.
In un’epoca in cui l’eco digitale di una vicenda giudiziaria può incidere in modo devastante sulla vita lavorativa e sociale di una persona, questa garanzia processuale rappresenta un tassello fondamentale di civiltà giuridica.
Per cancellare notizie da internet: link utili
- Modulo per la richiesta di rimozione di dati personali da Google – questo è il cosiddetto modulo per il diritto all’oblio, all’interno del quale potete presentare la richiesta di cancellazione delle notizie che vi riguardano dai risultati della ricerca.
- Modello di reclamo al Garante della Privacy – in questa pagina trovi le istruzioni per scaricare ed inviare al Garante il modello di reclamo contro Google, lo strumento che consente di lamentare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali.
- Diritto all’oblio su internet EUR-Lex – qui trovi le sentenze, i punti chiave, le domande ed i documenti principali correlati al Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio.
- Tutti i passaggi da eseguire per cancellare notizie da Google – approfondimento tematico per la rimozione di notizie dai risultati della Ricerca Google, anche passando per le richieste da presentare ai Webmaster dei siti web.
Il tema del diritto all’oblio continua a essere terreno di tensione tra privacy individuale e diritto di cronaca. Non esiste un automatismo assoluto: ogni caso richiede un bilanciamento tra l’interesse pubblico a conoscere e l’interesse del singolo a non restare imprigionato in una notizia ormai superata. Tuttavia, con la Riforma Cartabia e l’introduzione dell’art. 64-ter, il legislatore italiano ha dato una risposta concreta a chi, pur essendo stato assolto, rischiava di rimanere per sempre associato a una vicenda giudiziaria nei risultati di ricerca.
Se Google resta un interlocutore fondamentale per rimuovere informazioni personali dalle ricerche, la strada più rapida e sicura per chi è stato prosciolto da accuse penali è oggi l’istanza alla cancelleria del tribunale, che produce un titolo esecutivo spendibile senza ulteriori valutazioni discrezionali.
In questo modo, si rafforza la possibilità di cancellare notizie da Google legate a vicende penali concluse con esito favorevole all’imputato, garantendo all’individuo il diritto a ricostruire la propria immagine senza le ombre di un passato giudiziario ormai superato.
Cancellare notizie da Google con il diritto all’oblio – 10 Domande frequenti che ti potrebbero interessare
1. Che cos’è il diritto all’oblio su Google?
È il diritto di chiedere la deindicizzazione di risultati di ricerca che riportano notizie non più attuali, irrilevanti o pregiudizievoli per la persona, in particolare quando il procedimento penale si è concluso con archiviazione o assoluzione.
2. La deindicizzazione significa cancellare notizie da internet?
No. La deindicizzazione non elimina l’articolo dalla testata giornalistica, ma impedisce che compaia nei risultati dei motori di ricerca digitando il nome dell’interessato.
3. Come si può eliminare il proprio nome da Google dopo un’assoluzione?
Si può presentare una richiesta tramite il modulo ufficiale di Google e, in alternativa o in aggiunta, depositare un’istanza alla cancelleria del tribunale ai sensi dell’art. 64-ter disp. att. c.p.p.
4. Quanto tempo ci vuole per togliere notizie dai motori di ricerca?
Con la sola richiesta a Google i tempi sono incerti e spesso lunghi. L’istanza alla cancelleria introdotta dalla Riforma Cartabia consente di ottenere un titolo giuridico più rapido ed efficace.
5. Google può rifiutare la rimozione di notizie dal motore di ricerca?
Sì. Google valuta il bilanciamento tra privacy e interesse pubblico. Può rifiutare, ad esempio, la cancellazione di notizie su condanne definitive, frodi o vicende di forte interesse sociale.
6. Cosa fare se Google rifiuta la richiesta di deindicizzazione?
È possibile rispondere via email a [email protected] allegando la documentazione penale, oppure presentare reclamo al Garante della Privacy o ricorso giurisdizionale.
7. Serve un avvocato per chiedere di eliminare notizie da Google?
Non è obbligatorio, ma è fortemente consigliato. L’assistenza legale consente di predisporre correttamente l’istanza, allegare i documenti pertinenti e, se necessario, rivolgersi al Garante o al giudice.
8. Quali documenti servono per esercitare il diritto all’oblio?
Di solito sono necessari la sentenza di assoluzione, il decreto di archiviazione o il provvedimento di non luogo a procedere. Questi atti giustificano la richiesta di deindicizzazione.
9. Il diritto all’oblio vale anche fuori dall’Unione Europea?
No. Google applica la rimozione dei risultati alle versioni del motore di ricerca nell’UE, limitando la visibilità agli utenti europei. Per i paesi extraeuropei la rimozione non è automatica.
10. Il diritto all’oblio è compatibile con la libertà di stampa?
Sì, ma richiede un bilanciamento. La libertà di cronaca resta tutelata, ma quando la notizia non è più attuale e non c’è interesse pubblico, prevale il diritto dell’individuo a tutelare la propria reputazione.