Cancellarsi da Dow Jones RiskCenter: tutele legali e diritto all’oblio

Cancellarsi da Dow Jones RiskCenter: tutele legali e diritto all’oblio

By Alessio Di Lella

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Dow Jones RiskCenter è una piattaforma sviluppata dalla società americana Dow Jones & Company, nota per essere parte del gruppo editoriale del Wall Street Journal, ma ancor più per l’infrastruttura di dati e intelligence utilizzata da banche, assicurazioni, enti governativi e multinazionali per svolgere controlli di compliance e di rischio reputazionale. Tale sistema, comparabile per scopo e struttura a World-Check di LSEG (London Stock Exchange Group), elabora ed espone profili di rischio legati a individui e società, facendo ricorso a fonti pubbliche, media, open source e registri governativi.

I soggetti inseriti in queste banche dati possono essere identificati come Politically Exposed Persons (PEP), coinvolti in procedimenti giudiziari, oppure semplicemente associati a notizie pubbliche – anche solo di cronaca – che rivelino potenziali elementi di rischio. Non si tratta, nella maggior parte dei casi, di segnalazioni formalizzate da un’autorità giudiziaria, bensì di elaborazioni algoritmiche su dati raccolti da fonti eterogenee e talvolta discutibili, come emerge chiaramente dalla loro stessa informativa privacy.

La classificazione può derivare dalla mera presenza del nome in articoli, documenti societari o blog non ufficiali, con un grado di automatizzazione elevato e, per questo, con un elevato margine di errore.

Il diritto all’oblio e alla cancellazione dei dati personali ai sensi del Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), adottato dall’Unione Europea con il Reg. UE 2016/679, garantisce a ogni cittadino europeo il diritto di richiedere la cancellazione dei propri dati personali in presenza di determinate condizioni. L’articolo 17 del GDPR, rubricato “Diritto alla cancellazione («diritto all’oblio»)”, stabilisce che l’interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati personali che lo riguardano, senza ingiustificato ritardo, qualora sussista almeno una delle condizioni elencate dal medesimo articolo.

Queste includono, tra le altre, l’ipotesi in cui i dati non siano più necessari rispetto alle finalità per cui sono stati raccolti, il caso in cui il trattamento sia basato sul consenso e questo venga revocato, oppure laddove il trattamento stesso sia illecito.

In particolare, nel contesto del Dow Jones RiskCenter, si pone con forza la questione della liceità del trattamento quando la notizia alla base della segnalazione si fondi su un fatto non aggiornato, fuorviante, mai confermato in sede giudiziaria oppure archiviato o assolto.

Il diritto alla cancellazione va inoltre letto in combinato disposto con l’art. 16 del GDPR, che riconosce il diritto dell’interessato alla rettifica dei dati inesatti, e con l’art. 18, che consente di ottenere la limitazione del trattamento qualora vi sia contestazione sull’accuratezza degli stessi. A questi si aggiunge l’art. 21 GDPR, che permette l’opposizione al trattamento per motivi connessi alla situazione particolare dell’interessato, laddove non sussistano motivi legittimi prevalenti da parte del titolare.

Quando è legittimo chiedere la rimozione del proprio nominativo da Dow Jones RiskCenter

Una richiesta di cancellazione può essere fondata in molteplici casi. Si pensi al soggetto inserito in un database per effetto di un procedimento penale di cui è stato assolto, o archiviato per infondatezza della notizia di reato. Oppure a chi, per effetto di un ruolo aziendale ricoperto in passato, è stato associato a notizie relative a una società poi fallita, anche se del tutto estraneo ai fatti oggetto di contestazione.

Altro scenario frequente è quello dell’inserimento basato su informazioni reperite online da fonti giornalistiche non attendibili, blog non verificati o strumenti di aggregazione automatica, i quali violano i principi di esattezza, pertinenza e aggiornamento imposti dall’art. 5 del GDPR. Spesso, la persona segnalata scopre casualmente di essere stata etichettata come “a rischio reputazionale” solo a seguito del rifiuto di apertura di un conto corrente, dell’ostruzione di una transazione bancaria o del rigetto di una collaborazione professionale.

Il diritto all’oblio, come ricorda la giurisprudenza europea (si veda la nota sentenza CGUE C-131/12 “Google Spain vs AEPD e Mario Costeja González”), è da intendersi come un diritto a non vedere perpetuata nel tempo una lesione della propria reputazione attraverso la conservazione e la diffusione di dati non più pertinenti. E proprio in tale cornice si può contestare la presenza del proprio nome all’interno di sistemi informativi a rischio reputazionale come RiskCenter, soprattutto laddove il danno derivante dal trattamento sia attuale e concreto.

Come presentare la richiesta di cancellazione a Dow Jones Risk & Compliance

La richiesta formale va indirizzata a Dow Jones & Company, Inc. nella persona del Data Protection Officer, reperibile all’indirizzo email [email protected]. La domanda deve essere corredata da copia di un documento d’identità valido, da eventuali atti giudiziari che dimostrino l’inesattezza o l’infondatezza dei dati trattati, e da una descrizione chiara e motivata delle ragioni per cui si intende ottenere la cancellazione o la rettifica dei propri dati personali.

È consigliabile che la richiesta venga redatta in inglese, in forma strutturata, facendo espresso riferimento agli articoli del GDPR sopra richiamati. Il titolare del trattamento è obbligato a rispondere entro 30 giorni, eventualmente prorogabili di altri 60 nei casi di particolare complessità. In caso di risposta evasiva, parziale o infondata, l’interessato potrà agire secondo quanto previsto dagli articoli 77, 79 e 82 del GDPR.

Il reclamo al Garante Privacy e l’azione giudiziaria in caso di mancato riscontro

Qualora la richiesta di cancellazione non trovi accoglimento, o venga ignorata, è possibile rivolgersi direttamente al Garante per la protezione dei dati personali mediante reclamo ai sensi dell’art. 77 GDPR. Tale reclamo può essere inviato anche in via telematica tramite il portale del Garante o a mezzo PEC, allegando copia della richiesta inviata a Dow Jones e ogni documentazione rilevante.

In alternativa o in aggiunta, l’interessato potrà adire l’autorità giudiziaria civile ex art. 79 GDPR, richiedendo non solo l’ordine di cancellazione dei dati, ma anche un risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali eventualmente subiti, ai sensi dell’art. 82 del Regolamento.

La giurisprudenza italiana si è espressa in diverse occasioni in materia di “liste nere” e blacklisting reputazionale, riconoscendo il diritto alla rimozione dei dati anche da banche dati private, in presenza di notizie superate o imprecise, specialmente quando il trattamento risulti sproporzionato rispetto agli effetti pregiudizievoli sulla persona.

Particolarmente rilevante, in questo senso, è anche l’applicazione dei principi di accountability e privacy by design introdotti dal GDPR, che obbligano il titolare del trattamento a verificare costantemente la correttezza, la pertinenza e la durata della conservazione dei dati, pena la responsabilità per trattamento illecito.

Contattaci per assistenza legale specializzata

Essere inseriti all’interno di un sistema di profilazione internazionale come Dow Jones RiskCenter può compromettere seriamente l’onorabilità, la reputazione commerciale e le opportunità professionali di una persona o di un’azienda. Il nostro ordinamento, tuttavia, offre strumenti normativi precisi per chiedere la rimozione dei propri dati, con fondamento nel GDPR e nella giurisprudenza nazionale ed europea.

Il nostro studio legale è in grado di assistere cittadini, imprenditori e professionisti in ogni fase della procedura: dalla verifica della fonte del trattamento, alla redazione della richiesta formale di cancellazione, fino al deposito di un reclamo o all’avvio di un’azione in sede giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni e il ripristino della propria reputazione.

Se ritieni di essere stato ingiustamente segnalato, contattaci in via riservata: valuteremo insieme la strategia più efficace per tutelare i tuoi diritti.

Cancellarsi dalla centrale rischi Dow Jones – 8 domande frequenti che ti potrebbero interessare

1. Cosa significa essere segnalati nella centrale rischi Dow Jones RiskCenter?
Essere segnalati significa che i propri dati personali sono presenti all’interno di un database utilizzato da banche, enti finanziari e multinazionali per valutare il rischio reputazionale. La presenza può derivare da notizie di cronaca, ruoli aziendali, collegamenti con persone politicamente esposte (PEP) o da altre fonti pubbliche, anche senza una condanna o un procedimento penale in corso.

2. La segnalazione è automatica o dipende da un’autorità pubblica?
No, Dow Jones RiskCenter è una piattaforma privata che raccoglie dati da fonti pubbliche e commerciali. Non si tratta di un registro ufficiale statale o giudiziario. La segnalazione può derivare da un algoritmo che aggrega informazioni online, senza verifica da parte di autorità giudiziarie.

3. È legale essere inseriti senza aver dato il consenso?
La legittimità del trattamento dipende dalla base giuridica indicata dal titolare. Se il trattamento avviene in assenza di una valida base giuridica (come l’interesse legittimo ben motivato) o viola i principi del GDPR, può essere considerato illecito. In ogni caso, l’interessato ha diritto a richiedere la cancellazione dei dati ai sensi dell’art. 17 GDPR.

4. Quali diritti posso esercitare per chiedere la cancellazione?
Hai diritto alla cancellazione (art. 17 GDPR), alla rettifica (art. 16), alla limitazione del trattamento (art. 18) e all’opposizione al trattamento per motivi legittimi (art. 21). Inoltre, puoi proporre reclamo al Garante Privacy (art. 77) o agire in giudizio (art. 79) per tutelare i tuoi diritti.

5. Posso agire anche se la notizia è vera ma molto vecchia?
Sì, in alcuni casi è possibile chiedere la cancellazione anche se la notizia è vera, se non più pertinente, aggiornata o necessaria. Il diritto all’oblio tutela dalla diffusione eterna di fatti che non sono più rilevanti, soprattutto se causano danni alla reputazione.

6. Quanto tempo ha Dow Jones per rispondere alla mia richiesta di cancellazione?
Ai sensi dell’art. 12 GDPR, Dow Jones ha 30 giorni per rispondere alla richiesta. Il termine può essere prorogato di ulteriori 60 giorni in casi complessi, ma deve essere motivato.

7. Cosa posso fare se Dow Jones non risponde o rifiuta la cancellazione?
Puoi presentare un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali o rivolgerti al Tribunale ordinario per far valere i tuoi diritti, anche con richiesta di risarcimento danni (art. 82 GDPR).

8. Posso farmi aiutare da un avvocato per questa procedura?
Assolutamente sì. Uno studio legale specializzato in privacy e diritto dell’informazione può assisterti nella redazione della richiesta, nella gestione delle comunicazioni con Dow Jones e nella proposizione di reclami o azioni giudiziarie, qualora necessario.

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