Come tutelarsi da un condomino che non paga le spese condominiali

Come tutelarsi da un condomino che non paga le spese condominiali

By Alessio Di Lella

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La vita in un condominio comporta non solo la condivisione di spazi comuni, ma anche di oneri finanziari. Ogni condomino, infatti, è tenuto a contribuire alle spese necessarie per il mantenimento, la manutenzione e il miglioramento delle parti comuni. Tuttavia, può capitare che un condomino, per vari motivi, si rifiuti di pagare quanto dovuto, o non sia in grado di farlo. Questo genera una serie di problematiche che non riguardano solo l’amministratore del condominio, ma anche gli altri condomini, che rischiano di dover sopportare un carico economico maggiore. In questo articolo esploreremo quali strumenti giuridici e normativi possono essere utilizzati per affrontare la situazione, cosa prevede la legge per tutelare il condominio e quali azioni possono essere intraprese quando ci si trova di fronte a un condomino moroso. Approfondiremo le responsabilità dell’amministratore e degli altri condomini, esaminando in dettaglio le novità introdotte dalla recente normativa in tema di recupero crediti condominiali.

Cosa fare quando un condomino non paga?

Quando un condomino non paga le spese condominiali, l’amministratore è il primo a dover intervenire, poiché ha il dovere di tutelare l’interesse di tutto il condominio. Ai sensi dell’art. 1130 del Codice Civile, l’amministratore è tenuto a riscuotere i contributi condominiali da parte di ciascun condomino, sia per le spese ordinarie che straordinarie. Tuttavia, quando un condomino si dimostra moroso, l’amministratore può agire in modo rapido e risolutivo. La legge italiana offre all’amministratore di condominio la possibilità di emettere un decreto ingiuntivo immediato, ai sensi dell’art. 63 disp. att. c.c., senza necessità di ottenere prima una delibera dell’assemblea condominiale. Questo strumento legale è particolarmente utile perché consente di agire tempestivamente e ottenere un titolo esecutivo con cui procedere al recupero delle somme dovute.

Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo, l’amministratore può avviare il pignoramento dei beni del condomino moroso, compreso il pignoramento dello stesso immobile. È importante agire rapidamente, poiché le spese condominiali si accumulano rapidamente e, nel caso di condomini particolarmente grandi, l’importo può raggiungere cifre considerevoli. Non intervenire tempestivamente può significare un aumento delle difficoltà economiche per il condominio, rendendo più complesso il recupero del credito.

Tuttavia, è bene precisare che, prima di giungere al decreto ingiuntivo, l’amministratore può tentare di risolvere la situazione in modo bonario. Un primo passo utile è l’invio di una diffida formale, invitando il condomino moroso a saldare il debito entro un termine stabilito, generalmente 30 giorni. Se il condomino risponde positivamente, potrebbe essere utile concordare un piano di rientro rateale, soprattutto se il debito è di entità considerevole.

In alcuni casi, infatti, il condomino potrebbe trovarsi in difficoltà finanziarie temporanee, e il condominio potrebbe decidere di agevolare il pagamento in più rate, per evitare lunghe e costose azioni legali. Qualora invece il condomino non risponda alla diffida, o continui a non pagare, l’unica via percorribile è quella legale, con il recupero forzoso delle somme tramite esecuzione.

Le responsabilità degli altri condomini: devono pagare?

Una delle questioni più delicate che sorgono in caso di morosità di uno o più condomini è quella delle responsabilità degli altri membri del condominio. Molti si chiedono se, in caso di mancato pagamento da parte di uno o più condomini, il debito debba essere ripartito tra gli altri. La risposta a questa domanda varia a seconda della situazione specifica e della normativa applicabile. In linea generale, ai sensi dell’art. 1104 del Codice Civile, ciascun condomino è tenuto a contribuire alle spese comuni in proporzione alla propria quota millesimale. Tuttavia, la legge non prevede una responsabilità solidale automatica tra i condomini per le quote non versate da un altro. Questo significa che, di regola, i singoli condomini non sono obbligati a coprire le mancate contribuzioni di altri, salvo diverse disposizioni previste nel regolamento condominiale o decise dall’assemblea.

Va comunque detto che, in determinate circostanze, gli altri condomini possono trovarsi indirettamente coinvolti nella gestione della morosità. Ad esempio, se il debito del condomino moroso rende impossibile al condominio far fronte alle spese correnti (come il pagamento delle utenze o la manutenzione ordinaria), l’assemblea condominiale potrebbe decidere di coprire temporaneamente il buco finanziario, salvo poi rivalersi nei confronti del debitore.

Questa pratica, tuttavia, deve essere decisa dall’assemblea a maggioranza qualificata e può essere considerata solo una misura temporanea, in attesa che si concludano le procedure legali per il recupero del credito. In casi estremi, se il condominio non riesce a far fronte alle proprie spese a causa di una morosità estesa, l’intervento di terzi creditori potrebbe comportare il pignoramento delle somme dovute dai condomini solventi.

Esistono inoltre casi in cui, sebbene gli altri condomini non siano direttamente obbligati a pagare per i morosi, possono essere coinvolti in contenziosi legali più complessi, che richiedono l’intervento di un avvocato esperto in diritto condominiale. Un esempio è rappresentato dal caso in cui il condominio debba pagare fornitori o appaltatori per lavori già eseguiti, ma non possa farlo a causa delle quote non versate dai condomini morosi. In tal caso, il fornitore potrebbe rivolgersi direttamente ai condomini solventi per il pagamento, soprattutto se nel contratto di appalto sono previste clausole di solidarietà tra i committenti. Questo tipo di situazione può creare gravi difficoltà finanziarie all’interno del condominio e rendere necessario l’intervento legale per tutelare i condomini che hanno adempiuto ai loro obblighi.

Accollo dei debiti e possibilità di ristrutturazione del debito

Una possibile soluzione per evitare il deteriorarsi della situazione economica del condominio è rappresentata dall’accollo del debito del condomino moroso da parte degli altri condomini. Questa misura, tuttavia, deve essere approvata dall’assemblea condominiale con una delibera a maggioranza qualificata, come previsto dall’art. 1136 del Codice Civile. L’accollo del debito significa che gli altri condomini si fanno carico delle quote non pagate dal moroso, con l’intento di evitare ritardi nei pagamenti ai fornitori o il blocco dei servizi essenziali. Questa pratica è piuttosto rara e viene adottata solo in situazioni di emergenza, poiché comporta un onere aggiuntivo per i condomini solventi. Tuttavia, in alcuni casi può risultare l’unica strada percorribile per mantenere il regolare funzionamento del condominio.

Oltre all’accollo, esiste la possibilità di ristrutturare il debito del condomino moroso attraverso un accordo con lo stesso. L’amministratore, in accordo con l’assemblea, può proporre un piano di rientro rateale che consenta al moroso di saldare gradualmente il proprio debito. Questo tipo di soluzione può essere particolarmente utile quando il condomino attraversa una difficoltà finanziaria temporanea e non ha i mezzi immediati per saldare il debito in un’unica soluzione. Il piano di rientro deve essere approvato dall’assemblea e deve essere formalizzato per iscritto, in modo da garantire che entrambe le parti siano tutelate. Tuttavia, è importante sottolineare che, qualora il condomino non rispetti gli accordi, il condominio potrà comunque procedere con le azioni legali per il recupero del credito.

Infine, l’accollo del debito può anche essere gestito tramite la cessione del credito a terzi. In tal caso, il condominio può decidere di cedere il credito a una società di recupero crediti o a un ente finanziario, che si occuperà di recuperare le somme dovute dal moroso.

Questa soluzione comporta un costo per il condominio, poiché il credito viene generalmente ceduto a un valore inferiore rispetto al suo importo nominale, ma può essere utile per garantire la liquidità immediata al condominio e risolvere rapidamente la questione.

Le spese straordinarie e di ristrutturazione: cosa succede se il condomino non può o non vuole pagare?

Le spese straordinarie, come quelle relative a interventi di manutenzione straordinaria o ristrutturazione del condominio, rappresentano un onere importante per tutti i condomini. Tuttavia, cosa succede se un condomino non è in grado di pagare la sua quota di spese straordinarie? Anche in questo caso, l’amministratore è tenuto a intervenire, poiché le spese straordinarie sono obbligatorie per legge e non possono essere evitate. Secondo l’art. 1132 c.c., se un condomino si oppone alla realizzazione di lavori straordinari approvati dall’assemblea, non può essere esonerato dal pagamento delle spese. Se il condomino non paga, l’amministratore potrà seguire lo stesso iter descritto per le spese ordinarie, ossia emettere un decreto ingiuntivo e procedere al recupero forzoso delle somme.

In situazioni particolarmente complesse, in cui il condomino moroso non è in grado di pagare neanche dopo l’intervento dell’autorità giudiziaria, il condominio potrebbe valutare altre soluzioni, come l’esclusione del condomino moroso dai benefici dei lavori. L’art. 1132 c.c. prevede che, qualora il condomino non voglia partecipare alle spese per interventi migliorativi del condominio, come ad esempio l’installazione di un ascensore o l’ammodernamento di impianti, egli possa essere escluso dall’utilizzo di tali miglioramenti fino a quando non avrà saldato la propria quota.

Questo tipo di esclusione, tuttavia, deve essere deliberato dall’assemblea e formalizzato in modo chiaro, poiché non si applica a tutte le spese straordinarie, ma solo a quelle che riguardano interventi migliorativi e non necessari. Le spese di manutenzione straordinaria essenziali, come quelle per la messa in sicurezza dell’edificio o la riparazione di impianti comuni, non possono essere evitate o differite, e ogni condomino è tenuto a contribuire. In questi casi, l’amministratore può solo intervenire legalmente per recuperare il credito, eventualmente pignorando i beni del moroso o chiedendo l’esecuzione forzata sull’immobile.

FAQ per i condomini: come comportarsi con un condomino moroso

  1. Cosa succede se un condomino non paga le spese condominiali?
    L’amministratore può emettere un decreto ingiuntivo per recuperare il credito senza bisogno di autorizzazione dall’assemblea.
  2. Gli altri condomini devono coprire le spese del condomino moroso?
    No, gli altri condomini non sono automaticamente responsabili per le quote non pagate. Tuttavia, l’assemblea può decidere di coprirle temporaneamente.
  3. L’assemblea può escludere il condomino moroso dai lavori straordinari?
    Sì, per lavori migliorativi, l’assemblea può deliberare di escludere il moroso dai benefici fino al saldo del debito.
  4. Quali azioni può intraprendere l’amministratore contro il condomino moroso?
    L’amministratore può avviare una procedura legale di recupero crediti, incluso il pignoramento dei beni del moroso.
  5. Cosa posso fare se le spese del condominio aumentano a causa di un condomino moroso?
    Puoi richiedere all’assemblea di deliberare un’azione legale per recuperare i debiti del condomino moroso e chiedere chiarimenti all’amministratore.

 

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