Errore di calcolo capital gain in una successione: banca rimborsa eredi per oltre 317.000 euro

Errore di calcolo capital gain in una successione: banca rimborsa eredi per oltr...

By Alessio Di Lella

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Nel contesto spesso complesso delle successioni ereditarie, il nostro studio legale ha recentemente ottenuto un importante risultato per conto di due eredi, riuscendo a far riconoscere e rimborsare una somma superiore a 317.000 euro trattenuta erroneamente da un istituto bancario primario. Il caso, per quanto specifico, mette in evidenza una questione di interesse generale: la corretta applicazione del regime fiscale previsto per i titoli azionari e obbligazionari trasferiti per successione.

Più precisamente, il nodo critico emerso è stato il calcolo errato delle plusvalenze (capital gain) da parte della banca, che aveva generato un’imposizione fiscale del tutto ingiustificata.

Il nodo giuridico: una tassazione non dovuta su strumenti finanziari ereditati

Nel patrimonio della de cuius erano presenti numerosi strumenti finanziari – titoli obbligazionari e azionari – detenuti presso una primaria banca italiana. Al momento dell’apertura della successione, gli eredi avevano optato per la liquidazione degli asset, ritenendo la vendita più funzionale rispetto alla ripartizione pro-quota del portafoglio. Una volta eseguite le operazioni, l’istituto bancario ha però proceduto ad addebitare sulla massa ereditaria una somma di oltre 317.000 euro a titolo di imposta sulle plusvalenze (capital gain), ai sensi del D.Lgs. n. 461/1997. Secondo la banca, la differenza tra i valori di carico e i valori di realizzo dei titoli avrebbe generato un profitto tassabile.

L’anomalia, tuttavia, è stata riscontrata rilevando le incongruenze nei valori attribuiti dalla banca come “prezzi di carico” dei titoli in questione. Tali valori, anziché corrispondere al valore fiscale reale alla data del decesso (come previsto dalla normativa vigente), sembravano calcolati in modo erroneo, con conseguente imposizione su utili mai realmente maturati dagli eredi.

Il nostro intervento: ricostruzione tecnica e diffida legale

Dopo un’attenta analisi della documentazione bancaria e fiscale disponibile, abbiamo ritenuto sussistente un grave errore tecnico nella determinazione della base imponibile. Il nostro studio ha redatto e trasmesso una formale diffida stragiudiziale all’istituto di credito, indicando analiticamente le anomalie riscontrate, il fondamento giuridico dell’illegittimità dell’addebito e il danno patrimoniale che ne era derivato per gli eredi. In tale sede abbiamo fatto espresso riferimento ai principi contenuti nel d.lgs. n. 461/1997, che regola il trattamento fiscale delle plusvalenze, e alla giurisprudenza di merito in materia di successione di strumenti finanziari.

In particolare, abbiamo ricordato che il prezzo di carico da considerare in sede di successione non è quello originario del de cuius, bensì quello alla data del decesso, con la conseguenza che ogni incremento di valore precedente l’apertura della successione non può in alcun modo essere imputato agli eredi ai fini del capital gain.

Il nostro approccio, pur fermo e deciso, ha mantenuto toni istituzionali, finalizzati a favorire una soluzione bonaria e a evitare un contenzioso inutile.

Il risultato ottenuto: rimborso integrale e riconoscimento dell’errore

A seguito della nostra comunicazione, la banca ha proceduto a un riesame interno della pratica, riscontrando – con comunicazione formale – l’effettivo errore nei prezzi di carico utilizzati per il calcolo della tassazione. Ha quindi confermato l’addebito erroneo di 317.837,07 euro, impegnandosi contestualmente a restituire l’intero importo con la chiusura contabile del mese successivo. La somma è stata così prontamente rimborsata e messa a disposizione degli eredi, i quali, grazie all’attività del nostro studio, hanno potuto ottenere giustizia senza dover affrontare un processo civile.

La banca, con toni concilianti, ha espresso scuse formali per il disservizio, riconoscendo implicitamente la fondatezza delle osservazioni giuridiche e contabili formulate. Il caso è dunque da considerarsi una risoluzione virtuosa di una controversia tecnica, in cui il diritto è stato capace di ristabilire equità patrimoniale.

L’importanza della tutela legale nelle successioni complesse

Questo caso rappresenta, a nostro avviso, un esempio concreto dell’utilità di un’assistenza legale specializzata in ambito successorio, specie nei casi in cui il patrimonio ereditato comprende strumenti finanziari. L’interpretazione delle norme fiscali applicabili, la corretta lettura della documentazione bancaria e la capacità di dialogo con gli istituti di credito sono elementi fondamentali per evitare ingiuste decurtazioni dell’asse ereditario.

Il successo dell’intervento non è consistito solo nella cifra recuperata, ma anche nell’aver restituito agli eredi la certezza di aver agito con consapevolezza e rigore, proteggendo così i propri diritti in un momento già di per sé delicato dal punto di vista personale e familiare.

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