Nuda proprietà dei genitori: rischi, diritti e soluzioni per gli eredi

Agosto 27, 2025
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La nuda proprietà della casa dei genitori, con riserva di usufrutto in loro favore, è uno strumento sempre più utilizzato per pianificazione familiare, protezione dell’abitazione e anticipazione del passaggio generazionale. La soluzione appare semplice sulla carta, ma nella pratica apre scenari complessi: diritti sovrapposti tra nudo proprietario e usufruttuario, rapporti con le banche, possibili conflitti tra fratelli, rischio di impugnazioni successorie e riflessi fiscali. Questo approfondimento inquadra i punti di diritto e le criticità ricorrenti, suggerendo percorsi operativi per prevenire contenziosi e impostare correttamente decisioni come donare, vendere o sciogliere l’assetto.
Cos’è la nuda proprietà e cos’è l’usufrutto
Nel linguaggio giuridico, la nuda proprietà è il diritto di proprietà spogliato del godimento; l’usufrutto attribuisce a chi lo detiene il potere di usare e trarre utilità dal bene. Il Codice civile disciplina l’usufrutto agli artt. 978 e seguenti c.c., definendone contenuto, durata e limiti; tra le norme cardine si richiamano gli artt. 981 c.c. (contenuto) e 999 c.c. (profili sulle locazioni).
Alla morte dell’usufruttuario o alla scadenza dell’usufrutto, i due diritti si ricompongono: la piena proprietà “si consolida” automaticamente in capo al nudo proprietario senza necessità di atti ulteriori. Va distinto l’usufrutto dal diritto di abitazione del coniuge superstite sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, previsto dall’art. 540, comma 2, c.c., che incide spesso sulla gestione della casa di famiglia dopo un decesso.
Donazione ai figli con riserva di usufrutto ai genitori: quando conviene e dove si inciampa
La donazione della nuda proprietà ai figli con riserva di usufrutto ai genitori è scelta frequente quando si desidera garantire ai donanti il godimento dell’immobile per tutta la vita e, al contempo, fissare in anticipo il percorso successorio. Il vantaggio principale è la tutela dell’abitazione per gli anziani, accompagnata dall’abbattimento del valore trasferito grazie alla presenza dell’usufrutto, con riflessi fiscali potenzialmente favorevoli. Le criticità non sono però marginali.
Le disposizioni a titolo gratuito restano esposte all’azione di riduzione per lesione di legittima da parte degli eredi necessari, secondo gli artt. 536–564 c.c. e, in particolare, gli artt. 553–564 c.c. per la riduzione di disposizioni testamentarie e donazioni; in sede di divisione ereditaria opera inoltre la collazione ai sensi degli artt. 737 e seguenti c.c., con possibili riequilibri tra fratelli. I creditori del donante possono tentare la revocatoria ordinaria ex art. 2901 c.c., se ricorrono i presupposti dell’atto in frode e del pregiudizio alle ragioni creditorie. Sotto il profilo bancario, la “provenienza donativa” può creare cautele nelle operazioni di credito o nella successiva rivendita dell’immobile: in molte prassi si richiedono rinunce dei legittimari potenzialmente lesi, polizze dedicate o attese temporali, al fine di contenere il rischio di azioni restitutorie.
Questi elementi, se non considerati ex ante, trasformano una pianificazione ragionevole in un terreno fertile per il contenzioso.
Diritti pratici: che cosa può e non può fare ciascuno
Il perimetro operativo dei diritti va chiarito subito, per evitare frizioni quotidiane. L’usufruttuario non può vendere la piena proprietà senza il consenso del nudo proprietario, perché non dispone della titolarità del diritto altrui; può però cedere il proprio usufrutto e può concedere in locazione l’immobile, nei limiti di legge e con gli obblighi di corretta custodia e amministrazione.
Il nudo proprietario mantiene la titolarità “strutturale” del bene e interviene sulle scelte che incidono sulla sostanza del diritto, come gli atti dispositivi della piena proprietà. Quanto ai costi di gestione, il codice distingue tra spese ordinarie e straordinarie: le prime, inerenti alla manutenzione e all’uso, gravano tendenzialmente sull’usufruttuario, mentre le seconde, come le grandi riparazioni che interessano l’integrità o la stabilità dell’immobile, sono di norma a carico del nudo proprietario, secondo gli artt. 1004 e 1005 c.c..
È buona prassi formalizzare accordi scritti su manutenzioni, assicurazione, accessi per lavori e ripartizione degli oneri, così da evitare interpretazioni controverse che spesso sfociano in cause.
Se muore l’usufruttuario o se muore il nudo proprietario
La morte dell’usufruttuario determina l’estinzione dell’usufrutto e la conseguente consolidazione della piena proprietà in capo al nudo proprietario; non occorrono atti negoziali, ma nella prassi si procede a volture e aggiornamenti per fini fiscali e pubblicitari. La morte del nudo proprietario produce un effetto diverso: la nuda proprietà si trasmette agli eredi del de cuius, mentre l’usufrutto prosegue fino alla sua naturale estinzione.
L’interazione con il diritto di abitazione del coniuge superstite ex art. 540 c.c. merita attenzione, perché preserva l’assetto abitativo familiare anche in presenza di trasferimenti inter vivos o di nuda proprietà già effettuati, imponendo un coordinamento accurato tra eredi, nudo proprietario e usufruttuario residuo.
“Togliere” o sciogliere la nuda proprietà: quando e come è possibile
Parlare di “togliere la nuda proprietà” è improprio, ma esistono strumenti per sciogliere o modificare l’assetto. La via più lineare è l’accordo tra le parti che, per atto pubblico, risolve o ristruttura la donazione con riserva di usufrutto, ricomponendo la piena proprietà o adeguando le posizioni reali in funzione di nuove esigenze familiari o patrimoniali.
La revoca della donazione è istituto tipico ma circoscritto: può disporsi per ingratitudine ai sensi dell’art. 801 c.c. oppure per sopravvenienza di figli ex art. 803 c.c., ricorrendone i presupposti e i termini previsti. Rileva anche l’inadempimento dell’onere apposto alla donazione (art. 793 c.c.), che può condurre a risoluzione se l’onere era essenziale e non adempiuto. Ogni intervento va valutato con attenzione rispetto a possibili effetti successori e ai rapporti con terzi, specialmente se nel frattempo l’immobile è stato oggetto di iscrizioni o trascrizioni.
Fiscalità in pillole: imposte, valori e tributi ricorrenti
In ambito fiscale, il riferimento è il D.Lgs. 346/1990 (Testo Unico sull’imposta di successione e donazione). Nelle donazioni in linea retta tra genitori e figli opera, allo stato, una franchigia di un milione di euro per beneficiario, oltre la quale si applica l’aliquota del 4%; diverse sono franchigie e aliquote per altri gradi di parentela. Le imposte ipotecaria e catastale seguono regole proprie in base a prima casa, categoria e benefici richiesti.
Il valore dell’usufrutto e della nuda proprietà si calcola utilizzando i coefficienti attuariali del D.P.R. 131/1986, che tengono conto dell’età dell’usufruttuario e del tasso legale. Ai fini IMU il soggetto passivo, in presenza di usufrutto, è normalmente l’usufruttuario, dato il carattere sostitutivo del suo diritto rispetto al godimento del proprietario.
In caso di vendita della piena proprietà dopo consolidazione, il profilo delle plusvalenze richiede un esame caso per caso, considerata la provenienza donativa e le regole sul costo fiscale “storico” del bene.
Tre casi tipici che hanno bisogno di assistenza legale
Capita frequentemente che una casa sia stata donata in nuda proprietà a uno solo dei figli con usufrutto ai genitori, mentre gli altri fratelli contestano la sproporzione rispetto alla legittima. In molti casi un’azione di riduzione viene evitata attraverso una transazione che prevede conguagli economici, impegni sulle future attribuzioni ereditarie e patti sulla gestione dell’immobile fino all’estinzione dell’usufrutto.
Un altro scenario ricorrente riguarda la vendita congiunta: nudo proprietario e usufruttuario, insieme, trasferiscono agli acquirenti la piena proprietà; questa formula consente un prezzo più alto rispetto alla sola nuda proprietà, ma impone coordinamento, chiarezza nella ripartizione del corrispettivo e corretta gestione fiscale.
Infine, non sono rari i casi in cui, a distanza di anni, si renda necessario rimodellare l’assetto per esigenze di assistenza o liquidità: in tali situazioni l’accordo notarile di risoluzione o di mutua trasformazione dei diritti reali, con adeguate garanzie per tutti i coinvolti, evita conflitti e consolida scelte che altrimenti verrebbero rimesse alla sede contenziosa.
Per un esame tecnico affidabile occorrono l’atto di provenienza dell’immobile e l’eventuale atto di donazione con riserva di usufrutto, lo stato di famiglia storico del nucleo, le visure ipotecarie e catastali aggiornate, i contratti di locazione in essere, eventuali mutui o gravami, le attestazioni fiscali relative a IMU e altre imposte, nonché ogni accordo privato intercorso tra nudo proprietario e usufruttuario. La completezza di questa documentazione consente di misurare rischi di riduzione, collazione e revocatoria, oltre a impostare correttamente eventuali operazioni di vendita o scioglimento dell’assetto.
Come trasformare un problema potenziale in una soluzione stabile
La chiave è anticipare le criticità con patti chiari e coerenti con il quadro normativo: definire in modo espresso chi decide che cosa, come si ripartiscono oneri e lavori, quali sono le condizioni per locare o vendere e in che misura ciascuno partecipa alle scelte strategiche. Nelle famiglie con più eredi, la nuda proprietà dei genitori va coordinata con la disciplina della legittima e con le aspettative di ciascuno, evitando promesse informali che difficilmente resistono al vaglio delle norme. Laddove esistano interessi divergenti, la formalizzazione di accordi integrativi, assistita da professionisti e notaio, abbassa radicalmente il rischio di contenzioso futuro.
La nuda proprietà dei genitori non è un mero tecnicismo notarile, ma una scelta di architettura familiare che riflette esigenze abitative, patrimoniali e relazionali. Una valutazione giuridica preventiva sugli aspetti successori, sulle possibili impugnazioni e sulle ricadute fiscali consente di trasformare il tema in uno strumento di stabilità. Per una valutazione veloce del nostrostudio legale esperto in diritto delle successioni è opportuno raccogliere e inviare l’atto di provenienza, l’eventuale donazione con usufrutto, lo stato di famiglia storico, le visure ipocatastali aggiornate, i contratti di locazione e ogni accordo tra nudo proprietario e usufruttuario; sulla base di questi elementi si definiscono le soluzioni pratiche più adatte, che si tratti di mantenere l’assetto, venderlo congiuntamente, riequilibrarlo tra eredi o scioglierlo con un accordo assistito.
Domande frequenti sulla nuda proprietà dei genitori
1. L’usufruttuario può vendere l’immobile senza il consenso del nudo proprietario?
No, perché non dispone della piena proprietà. Può cedere il proprio diritto di usufrutto o concedere in locazione, restando responsabile della corretta amministrazione e conservazione del bene nei limiti degli artt. 981 e seguenti c.c. e delle regole sulle locazioni.
2. Che cosa accade se muore il nudo proprietario?
La nuda proprietà si trasferisce ai suoi eredi secondo le regole della successione, mentre l’usufrutto continua in capo all’usufruttuario fino all’estinzione. Alla morte di quest’ultimo avverrà la consolidazione in piena proprietà.
3. Si può “togliere” la nuda proprietà a chi l’ha ricevuta?
Non in via unilaterale, salvo i casi tassativi di revoca della donazione per ingratitudine (art. 801 c.c.) o per sopravvenienza di figli (art. 803 c.c.), oppure per inadempimento dell’onere essenziale (art. 793 c.c.). In alternativa, le parti possono concordare una risoluzione per mutuo consenso o una ristrutturazione dell’assetto.
4. Chi paga spese ordinarie e straordinarie?
Le spese legate all’uso e alla manutenzione ordinaria gravano di regola sull’usufruttuario, mentre le grandi riparazioni e gli interventi che incidono sulla struttura del bene competono al nudo proprietario, secondo gli artt. 1004–1005 c.c.. È consigliabile comunque pattuire dettagli operativi e assicurativi.
5. La donazione con riserva di usufrutto è sempre impugnabile dagli altri eredi?
Può essere aggredita se lede la quota di legittima; gli strumenti sono quelli dell’azione di riduzione e, in sede divisoria, della collazione. I tempi e le condizioni richiedono analisi puntuale del patrimonio complessivo e delle pregresse liberalità.
6. L’immobile donato si può vendere senza rischi?
Molte operazioni si concludono regolarmente, ma il mercato e le banche valutano con attenzione la provenienza donativa. Spesso si richiedono cautele come rinunce dei potenziali legittimari o garanzie aggiuntive. Una corretta pianificazione contrattuale riduce sostanzialmente l’alea.