Assistenza legale per inagibilità dell’immobile

Assistenza legale per inagibilità dell’immobile

By Alessio Di Lella

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Il concetto di inagibilità di un immobile, spesso affiancato a quello di inabitabilità, ha rilevanza tanto sotto il profilo tecnico quanto giuridico. La nozione si fonda sull’art. 222 del Regolamento edilizio tipo, adottato in molte regioni e comuni italiani, ma soprattutto sull’art. 26 del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico Edilizia), che disciplina l’inagibilità degli edifici. Un immobile è considerato inabitabile quando le sue condizioni igienico-sanitarie, strutturali o impiantistiche ne impediscono l’utilizzo in sicurezza. Questo può avvenire in seguito a eventi naturali (terremoti, allagamenti), cedimenti strutturali, incendi, carenze gravi negli impianti o infiltrazioni persistenti. In particolare, l’inabitabilità può riferirsi non solo a immobili residenziali, ma anche a bar, ristoranti, negozi e uffici, dove la tutela dell’incolumità pubblica si intreccia con il diritto alla continuità dell’attività economica.

Un’abitazione, ad esempio, può diventare inabitabile se si riscontra un tasso eccessivo di umidità, muffe tossiche, lesioni strutturali o impianti elettrici non a norma.

Analogamente, un ristorante privo di ventilazione adeguata o con una cucina danneggiata da infiltrazioni non potrà rimanere operativo. Ai fini giuridici, la dichiarazione di inabitabilità, per essere opponibile a terzi e alla pubblica amministrazione, deve essere fondata su una perizia tecnica asseverata e, in alcuni casi, riconosciuta formalmente dal Comune.

Quali sono i requisiti per l’inagibilità di un immobile?

L’inagibilità può essere totale o parziale, a seconda che l’intero edificio o solo una sua parte risulti inutilizzabile. I requisiti minimi per richiederla sono specificati nella normativa edilizia e igienico-sanitaria, e variano anche in base ai regolamenti comunali. A livello nazionale, l’art. 24 del D.P.R. 380/2001 prevede che, al termine dei lavori, venga rilasciato un certificato di agibilità che attesti la sicurezza, l’igiene, la salubrità e il risparmio energetico dell’immobile. Quando uno di questi requisiti viene meno, anche per eventi sopravvenuti, si ha una situazione di inagibilità sopravvenuta, che può essere certificata da un tecnico abilitato.

La perizia tecnica giurata diventa, quindi, il perno attorno a cui ruota l’intero riconoscimento dell’inagibilità. Deve contenere l’analisi strutturale, igienico-sanitaria e impiantistica dell’immobile, corredata da documentazione fotografica e, se possibile, cronoprogramma degli interventi necessari al ripristino dell’agibilità. In alcuni casi – come nelle controversie tra inquilini e locatori – può essere necessario rivolgersi anche al tribunale civile per far valere la dichiarazione di inabitabilità ai fini di sospensione del canone o risoluzione del contratto.

Come dichiarare l’inagibilità di un immobile?

La dichiarazione di inagibilità può avvenire su istanza del proprietario oppure a seguito di un accertamento d’ufficio da parte dell’autorità comunale. Il proprietario, o il titolare dell’attività economica presente nell’immobile, può presentare una istanza di dichiarazione di inagibilità temporanea presso l’ufficio tecnico comunale, allegando la perizia redatta da un ingegnere o architetto abilitato.

È fondamentale che il tecnico asseveri l’urgenza e la gravità della situazione, specificando se si tratta di inagibilità parziale o totale, e quantificando le tempistiche previste per il ripristino. In alcuni Comuni, il procedimento è regolato da specifici moduli predisposti, mentre in altri va redatta una comunicazione libera ma dettagliata, eventualmente firmata digitalmente e inviata tramite PEC. In ogni caso, senza l’intervento tecnico, la dichiarazione non ha alcuna validità ai fini fiscali o amministrativi.

Per quanto riguarda i costi, quanto costa la perizia di inagibilità per un immobile? La cifra può oscillare tra 500€ e 1.200€, a seconda della complessità del sopralluogo, della superficie da esaminare e del tipo di destinazione d’uso dell’immobile. In presenza di contenziosi (es. rifiuto del Comune o contestazione da parte del locatore), si rende necessaria anche l’assistenza legale, in particolare per ottenere un provvedimento giudiziale o per tutelarsi in sede civile o amministrativa.

Inagibilità e conseguenze fiscali: IMU e valore dell’immobile

Uno degli aspetti più delicati riguarda la tassazione sull’immobile inagibile. La normativa prevede, all’art. 13 comma 3 del D.L. 201/2011, convertito con modificazioni nella Legge 214/2011, che in caso di inagibilità o inabitabilità certificata, il contribuente ha diritto alla riduzione dell’IMU del 50%. La riduzione decorre dalla data della perizia tecnica, ma può essere riconosciuta in modo retroattivo se l’amministrazione comunale non contesta la validità della documentazione.

Tuttavia, per ottenere la riduzione, è necessario che la dichiarazione sia presentata nei termini e con le modalità previste dal regolamento comunale. In mancanza di ciò, anche un immobile gravemente danneggiato può essere considerato tassabile. È proprio in questi casi che l’assistenza legale diventa decisiva, specie se il Comune notifica atti o rigetta la richiesta di riduzione.

Talvolta, infatti, è necessario proporre ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale, allegando la perizia e le prove dell’inutilizzabilità dell’immobile.

L’inagibilità ha riflessi anche sul valore dell’immobile, che può subire una diminuzione rilevante, specie in fase di vendita o perizia estimativa. In ambito assicurativo, la presenza di una dichiarazione di inagibilità può rafforzare una richiesta di risarcimento in caso di sinistro, ma va gestita con attenzione per evitare contraddizioni con le clausole contrattuali.

Quando rivolgersi a un avvocato e come tutelarsi legalmente

La materia dell’inagibilità è tecnicamente complessa e giuridicamente insidiosa. Un immobile inagibile comporta non solo problematiche materiali e gestionali, ma anche conseguenze legali e fiscali. In particolare, può dare luogo a contenziosi tra locatori e conduttori, a controversie con il Comune per la mancata concessione della riduzione IMU o, in ambito commerciale, a richieste di risarcimento per interruzione dell’attività.

Un avvocato esperto può intervenire per redigere la documentazione necessaria, impugnare eventuali atti di rigetto, assistere nei procedimenti tributari e civili, o anche supportare tecnici nella redazione della perizia in modo giuridicamente orientato. È inoltre fondamentale per garantire che l’inagibilità venga correttamente considerata nei contratti in essere, evitando responsabilità per inadempimento o richieste infondate di pagamento.

Se sei proprietario di un bar, un negozio, un ristorante o un ufficio oggi inutilizzabile per cause indipendenti dalla tua volontà, oppure se sei stato raggiunto da una richiesta IMU non dovuta, possiamo aiutarti a tutelare i tuoi interessi. Il nostro studio legale offre consulenze personalizzate per verificare la correttezza della procedura seguita, presentare istanze, proporre ricorsi e avviare eventuali azioni risarcitorie o giudiziali.

Inagibilità temporanea di un immobile – 7 domande frequenti che ti potrebbero interessare

1. Quali sono i requisiti per l’inagibilità di un immobile?
Un immobile è considerato inagibile quando presenta gravi carenze strutturali, igienico-sanitarie o impiantistiche che ne impediscono l’uso in sicurezza. È necessaria una perizia tecnica asseverata redatta da un professionista abilitato, che accerti tali condizioni e indichi la necessità di interventi urgenti.

2. Quando un immobile è considerato inabitabile?
Un immobile è inabitabile quando non rispetta i requisiti minimi di salubrità, sicurezza e abitabilità previsti dalla normativa edilizia e sanitaria. La presenza di muffa, infiltrazioni, impianti pericolosi o gravi lesioni strutturali può rendere l’immobile inidoneo alla permanenza delle persone.

3. Come si fa a dichiarare l’inagibilità di un immobile?
La dichiarazione di inagibilità va presentata al Comune tramite apposita istanza, corredata da una perizia tecnica giurata. Alcuni Comuni richiedono moduli specifici, altri accettano una dichiarazione formale redatta dal proprietario con allegato il verbale tecnico.

4. Quanto costa una perizia per inagibilità?
Il costo della perizia per inagibilità varia tra i 500€ e i 1.200€, a seconda della superficie, della destinazione d’uso e della complessità dell’immobile. Il prezzo può aumentare in caso di controversie legali o necessità di sopralluoghi approfonditi.

5. Si può ottenere la riduzione dell’IMU per un immobile inagibile?
Sì, l’art. 13 del D.L. 201/2011 prevede la possibilità di ridurre l’IMU del 50% per gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili. Per ottenere il beneficio è indispensabile presentare una perizia tecnica e seguire le procedure indicate dal regolamento comunale.

6. È possibile ottenere l’IMU retroattiva per gli anni passati?
Sì, se si dimostra con perizia e documentazione che l’immobile era inagibile in anni precedenti, è possibile chiedere il rimborso o lo sgravio dell’IMU in via retroattiva. Tuttavia, l’accoglimento dipende dalla normativa locale e dalle tempistiche della domanda.

7. Quando è utile rivolgersi a un avvocato in caso di inagibilità?
È consigliabile rivolgersi a un avvocato quando il Comune rigetta la dichiarazione di inagibilità, quando viene contestata l’IMU, in caso di danni derivanti da inagibilità o se vi sono contenziosi con inquilini, locatori o assicurazioni. L’assistenza legale è essenziale anche per agire in giudizio o ottenere risarcimenti.

 

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