Decreto ingiuntivo condominio: cosa fare, chi paga e rischi legali

Decreto ingiuntivo condominio: cosa fare, chi paga e rischi legali

By Alessio Di Lella

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Nel mondo delle liti condominiali, il decreto ingiuntivo è uno degli strumenti più utilizzati per ottenere il pagamento di somme dovute. Quando si parla di condominio, l’ingiunzione può colpire sia il singolo condomino, che si ritrova moroso nei confronti della collettività, sia il condominio stesso, che diventa debitore nei confronti di un fornitore, di un’impresa o di un professionista. In entrambi i casi, i riflessi possono essere gravi, soprattutto se non si agisce per tempo.

Con questo approfondimento voglio spiegare nel dettaglio cosa accade quando si riceve un decreto ingiuntivo in ambito condominiale, cosa fare se si è dalla parte di chi lo deve emettere, come gestire correttamente le opposizioni, e quali rischi si corrono se si resta fermi, soprattutto dopo sei mesi.

Quando il condominio ottiene un decreto ingiuntivo contro il condomino moroso

Il caso più frequente è quello in cui l’amministratore di condominio, stanco dei continui ritardi di pagamento da parte di uno o più condomini, decide di agire per vie legali. In questo contesto, il decreto ingiuntivo è lo strumento principale per ottenere il pagamento coattivo delle quote condominiali.

Ai sensi dell’art. 63 delle disposizioni di attuazione del codice civile, l’amministratore può agire senza necessità di autorizzazione dell’assemblea per recuperare i crediti del condominio. Questo significa che, anche in assenza di una specifica delibera, l’amministratore può incaricare un avvocato e avviare la procedura di ingiunzione. Basta che il credito sia certo, liquido ed esigibile, cioè che derivi da un consuntivo o da un preventivo approvato dall’assemblea e ripartito secondo le tabelle millesimali.

Una volta notificato il decreto ingiuntivo, il condomino ha 40 giorni per proporre opposizione. In assenza di opposizione, il decreto diventa esecutivo e consente il pignoramento dei beni del debitore: conti correnti, stipendio, pensione, perfino l’immobile stesso.

Nel caso in cui il decreto riguardi lavori straordinari, occorre prestare particolare attenzione alla costituzione del fondo speciale previsto dall’art. 1135 del codice civile. La giurisprudenza ha chiarito che senza fondo, il condominio non può esigere le quote dai singoli, e il decreto può essere rigettato dal giudice su opposizione del condomino.

I rischi concreti per chi riceve un decreto ingiuntivo per spese condominiali

Ricevere un decreto ingiuntivo non è mai un evento da sottovalutare. I rischi non sono solo economici, ma anche patrimoniali e reputazionali. Molti cittadini scoprono con ritardo di essere stati oggetto di un’azione legale perché hanno cambiato residenza o non ritirano la posta. Dopo sei mesi, quando ormai il decreto è diventato definitivo e l’esecuzione è già in corso, si accorgono di avere il conto bloccato o l’auto sottoposta a fermo amministrativo.

In caso di mancato pagamento, infatti, l’amministratore può chiedere il pignoramento presso terzi o su beni immobili. Il condomino moroso, oltre alla somma dovuta, si ritrova a dover pagare anche gli interessi, le spese legali e i compensi dell’avvocato. In molti casi, il costo complessivo può raddoppiare rispetto al debito originario.

Anche la propria posizione creditizia ne risente. Alcune banche, venute a conoscenza dell’esistenza di un decreto ingiuntivo definitivo, possono decidere di rifiutare finanziamenti o mutui, segnalando la situazione come pregiudizievole. Chiunque riceva un decreto ingiuntivo dal condominio dovrebbe immediatamente rivolgersi a un avvocato esperto in diritto condominiale, per valutare se vi siano i presupposti per opporsi, soprattutto nei casi in cui si contestino i lavori straordinari, l’assenza di delibera o la validità della convocazione assembleare.

Chi paga le spese legali del decreto ingiuntivo per quote condominiali

Una delle domande più frequenti è: chi sostiene le spese legali nel caso di un decreto ingiuntivo? La risposta è semplice: chi perde.

Se il decreto viene concesso ed è fondato, il condomino moroso sarà condannato a pagare anche le spese di procedura, incluse le spese legali sostenute dal condominio. Queste spese possono variare, ma nella pratica vanno da un minimo di 500 euro fino a oltre 2.000 euro nei casi più articolati. Le spese comprendono il compenso dell’avvocato, le spese di notifica, il contributo unificato e i diritti di cancelleria.

In caso di opposizione infondata, il giudice può condannare il condomino anche alle spese della fase di merito. Tuttavia, se l’opposizione è fondata, e il decreto viene revocato, sarà il condominio a dover rimborsare le spese.

In alcuni casi, l’amministratore decide di anticipare i costi con fondi propri del condominio, in attesa di rivalersi sul condomino inadempiente. Quando il condominio è in gravi difficoltà economiche, può essere necessario approvare in assemblea un fondo per le spese legali, ma ciò può comportare ulteriori tensioni tra i partecipanti.

Quando si è noi a chiedere un decreto ingiuntivo contro il condominio

Non sempre è il condominio ad agire. Spesso è un fornitore, un’impresa edile, un architetto o un tecnico a dover ottenere giustizia perché il condominio non ha onorato gli impegni presi. In questi casi, è legittimo chiedere un decreto ingiuntivo contro il condominio stesso.

Ai sensi dell’art. 1131 c.c., l’amministratore ha la rappresentanza legale del condominio e può essere citato in giudizio. Il creditore deve però dimostrare l’esistenza del credito attraverso documenti validi: contratti, fatture, approvazioni assembleari, certificati di pagamento, ecc.

In molti casi, la difficoltà non è dimostrare il credito, ma affrontare l’inerzia dell’amministratore, che spesso si nasconde dietro la mancata approvazione del bilancio o dietro problemi di cassa. Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo, il creditore può agire sui conti correnti intestati al condominio oppure, in casi estremi, notificare il precetto ai singoli condomini, purché abbia prima tentato di escutere il condominio nel suo complesso.

Il fondo speciale per lavori straordinari e il rischio di rigetto del decreto

Particolare attenzione va data ai lavori straordinari. La legge prevede che, prima di approvare l’esecuzione di tali lavori, l’assemblea debba costituire un fondo speciale, pari all’intero importo dei lavori.

La mancanza di questo fondo può rendere illegittimo il decreto ingiuntivo richiesto dal condominio verso un singolo condomino. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione in diverse sentenze, tra cui la n. 7044/2017 e la n. 19935/2021: se manca la delibera di costituzione del fondo, il decreto può essere opposto e annullato.

Questo significa che l’amministratore ha l’obbligo non solo di approvare i lavori, ma anche di far deliberare la costituzione del fondo. In assenza di ciò, chi riceve il decreto può eccepire la nullità dell’atto per violazione di legge. I fornitori, dal canto loro, devono verificare che il condominio abbia deliberato regolarmente e costituito il fondo prima di eseguire i lavori. In caso contrario, anche la loro posizione di credito può essere indebolita.

Esecuzione forzata contro il condominio o contro i singoli condomini: come funziona

Quando un decreto ingiuntivo diventa definitivo, il creditore può procedere a esecuzione forzata. Se il decreto è contro il condominio, il creditore agirà in primo luogo contro il patrimonio del condominio: conti correnti, beni mobili, eventuali crediti verso terzi.

Se l’escussione del condominio non dà esito, il creditore può agire contro i singoli condomini. La legge prevede infatti che, in via sussidiaria, ciascun condomino è responsabile pro quota in base ai millesimi di proprietà.

L’art. 63, secondo comma, delle disposizioni di attuazione del codice civile dispone che il creditore, una volta infruttuosamente escusso il condominio, può agire in via esecutiva verso i singoli condomini in regola con i pagamenti, ma solo per le somme residue e nella misura corrispondente alle loro quote millesimali.

Ciò comporta un ulteriore livello di complessità: il creditore deve dimostrare di aver inutilmente tentato il recupero verso il condominio prima di poter notificare i pignoramenti ai singoli. Gli amministratori che omettono di comunicare tempestivamente ai creditori l’elenco aggiornato dei condomini o che rallentano la procedura possono esporsi a responsabilità personale o a contestazioni da parte dei fornitori.

L’importanza di rivolgersi a un avvocato esperto in diritto condominiale

Il decreto ingiuntivo, nel contesto condominiale, è un atto tecnico e strategico. Sia che si sia dalla parte del creditore, sia che si sia dalla parte del debitore, è essenziale avere al proprio fianco un avvocato esperto in diritto condominiale.

L’avvocato saprà valutare la validità della delibera condominiale, la regolarità delle notifiche, la sussistenza del fondo speciale, e impostare un’opposizione efficace se sussistono i presupposti. Allo stesso tempo, potrà difendere i diritti di chi ha lavorato, prestato servizi o fornito beni a un condominio che oggi si rifiuta di pagare.

È utile anche avere a disposizione un fac simile di ricorso per decreto ingiuntivo, ma è altrettanto importante evitare il fai-da-te: ogni caso ha le sue peculiarità e gli errori formali possono rendere inefficace anche il credito più solido.

Tempi brevi e conseguenze pesanti, la legge offre strumenti efficaci

Il decreto ingiuntivo in ambito condominiale è uno strumento potente, ma va utilizzato con consapevolezza e preparazione. Se sei un condomino che ha ricevuto un’ingiunzione di pagamento, non aspettare che passino sei mesi: dopo quel termine potresti trovarti con un pignoramento in corso e costi raddoppiati. Se sei un fornitore, non rinunciare ai tuoi diritti per paura della burocrazia: il condominio è tenuto a pagare, e la legge ti tutela.

Il nostro studio legale è pronto ad assisterti in entrambe le situazioni. Forniamo consulenza rapida, anche online, per valutare immediatamente la tua posizione e agire prima che la situazione diventi irreversibile. Scrivici oggi stesso: analizzeremo il tuo caso gratuitamente e ti offriremo la migliore strategia per difendere o far valere i tuoi diritti.

Decreto ingiuntivo in condominio: 12 domande frequenti che ti potrebbero interessare

1. Cosa si rischia con un decreto ingiuntivo del condominio?
Si rischia di dover pagare non solo le quote arretrate ma anche interessi e spese legali. In caso di mancato pagamento, l’amministratore può procedere con il pignoramento di stipendio, conto corrente o beni immobili.

2. Dopo quanto tempo un decreto ingiuntivo diventa definitivo?
Se non viene presentata opposizione entro 40 giorni dalla notifica, il decreto ingiuntivo diventa definitivo ed esecutivo, e il creditore può avviare l’esecuzione forzata.

3. Cosa succede dopo sei mesi dal decreto ingiuntivo condominiale?
Dopo sei mesi, se non è stata fatta opposizione e non è stato pagato, il creditore può già aver avviato un pignoramento, con conseguenze economiche e patrimoniali molto gravi.

4. Chi paga le spese del decreto ingiuntivo per spese condominiali?
Di regola paga il condomino moroso. Se però il decreto viene opposto e revocato, le spese possono ricadere sul condominio.

5. Quanto costa un decreto ingiuntivo per un condominio?
I costi variano in base all’importo richiesto e alle fasi processuali, ma mediamente oscillano tra 500 e 1.500 euro, ai quali vanno aggiunti gli onorari dell’avvocato.

6. È possibile fare opposizione a un decreto ingiuntivo condominiale?
Sì, entro 40 giorni dalla notifica si può proporre opposizione davanti al Tribunale. È consigliabile rivolgersi a un avvocato per valutare la fondatezza delle eccezioni.

7. Il decreto ingiuntivo può riguardare anche i lavori straordinari del condominio?
Sì, ma in questo caso la legge impone la costituzione di un fondo speciale pari all’importo dei lavori. In mancanza, il decreto può essere dichiarato illegittimo.

8. Un fornitore può chiedere un decreto ingiuntivo contro un condominio che non paga?
Certamente sì. Il creditore può agire contro il condominio rappresentato dall’amministratore, presentando i documenti che provano il credito.

9. È possibile pignorare i beni del singolo condomino per un debito del condominio?
Solo in via sussidiaria. Prima il creditore deve tentare l’escussione del condominio; se non riesce a recuperare, può rivalersi sui condomini in regola pro quota millesimale.

10. L’amministratore può chiedere un decreto ingiuntivo senza delibera assembleare?
Sì, l’art. 63 disp. att. c.c. attribuisce all’amministratore il potere di agire per il recupero delle quote senza bisogno di autorizzazione dell’assemblea.

11. Se cambio casa, sono comunque obbligato a pagare un decreto ingiuntivo del condominio?
Sì, l’obbligo riguarda le quote maturate durante la proprietà dell’immobile. La vendita dell’appartamento non estingue i debiti pregressi.

12. Quando conviene rivolgersi a un avvocato esperto in diritto condominiale?
Conviene farlo immediatamente dopo la notifica del decreto o quando si ha credito verso un condominio. L’assistenza legale consente di opporsi nei termini o di agire in modo rapido ed efficace.

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