Cosa fare quando il condominio non vuole fare i lavori

Cosa fare quando il condominio non vuole fare i lavori

By Alessio Di Lella

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La manutenzione delle parti comuni di un condominio è un diritto e un dovere condiviso tra tutti i condomini. Tuttavia, il tema può diventare complesso e conflittuale quando uno o più condomini si oppongono a lavori ritenuti necessari dagli altri. I lavori condominiali, in particolare, toccano aspetti di sicurezza, salubrità e comfort, e in certi casi, la mancata manutenzione può comportare conseguenze legali e danni rilevanti. In questo articolo, ci proponiamo di fare chiarezza sulle tutele legali a disposizione di chi desidera portare avanti interventi essenziali con l’assistenza di un avvocato esperto in diritto condominiale. Vedremo anche come comportarsi nel rispetto della legge quando ci si trova in disaccordo con il condominio. In particolare, risponderemo a domande comuni come “Cosa succede se un condomino non vuole fare i lavori?” e “Quando si può obbligare il condominio a fare i lavori?”.

Lavori obbligatori e urgenti: quando il condominio deve intervenire

I lavori condominiali possono essere suddivisi in due categorie principali: lavori ordinari e lavori straordinari. I lavori ordinari comprendono interventi di manutenzione e riparazione necessari per il mantenimento quotidiano delle parti comuni e il buon funzionamento delle strutture. Questi lavori possono includere la pulizia delle scale, la riparazione di luci e impianti comuni, e altri interventi minori. D’altro canto, i lavori straordinari sono interventi più rilevanti che incidono sulla struttura e sul valore dell’edificio, come il rifacimento del tetto o la ristrutturazione delle facciate. In alcune situazioni, i lavori possono diventare obbligatori e urgenti, come accade in presenza di infiltrazioni che compromettono la sicurezza o causano danni significativi agli appartamenti.

Secondo l’art. 1105 del Codice Civile, quando un lavoro urgente non viene approvato dall’assemblea condominiale, un singolo condomino può procedere autonomamente, purché informi tempestivamente gli altri e rispetti le formalità previste. Tuttavia, tali interventi devono essere davvero giustificati dall’urgenza e dall’impossibilità di attendere la convocazione e deliberazione dell’assemblea. Situazioni tipiche in cui è possibile agire autonomamente includono infiltrazioni o altri problemi che interessano la struttura dell’edificio, che non possono essere rimandati senza rischiare danni ulteriori. Qualora il condominio si opponga o ritardi ingiustificatamente, l’intervento individuale diventa un mezzo di tutela dei propri diritti.

Quando si può obbligare il condominio a fare i lavori?

Nel caso in cui il condominio si opponga a lavori ritenuti indispensabili o procrastini la loro esecuzione senza una motivazione valida, il singolo condomino ha la facoltà di intraprendere azioni legali per obbligare il condominio a eseguire gli interventi. La prima azione è convocare un’assemblea condominiale per discutere della questione e proporre formalmente i lavori. Durante l’assemblea, è importante presentare adeguate documentazioni, come perizie o valutazioni tecniche, per giustificare l’urgenza e la necessità degli interventi proposti. In caso di rifiuto o mancata delibera, il condomino interessato può rivolgersi a un avvocato per verificare le opzioni legali e, se necessario, agire in giudizio.

È importante notare che i lavori che interessano la sicurezza dell’edificio, come quelli strutturali o quelli volti a evitare danni a cose e persone, possono essere considerati obbligatori per legge. In questi casi, le autorità competenti possono intervenire per garantire che tali lavori siano eseguiti. Qualora la maggioranza dei condomini si opponga senza ragione legittima, il condomino che si trova in disaccordo ha il diritto di rivolgersi al tribunale per ottenere un provvedimento che imponga al condominio di procedere con i lavori. Questa strada è percorribile specialmente in casi di estrema urgenza, quando il ritardo nell’esecuzione degli interventi potrebbe comportare gravi conseguenze o costi maggiori per il condominio nel suo insieme.

Denunciare il condominio: quando è possibile e con quali strumenti?

Esistono situazioni in cui un condomino può denunciare il condominio se esso si rifiuta di effettuare lavori essenziali per la sicurezza o la salubrità delle parti comuni. Questo può avvenire, ad esempio, se l’assemblea decide di non procedere con la riparazione di infiltrazioni che causano danni gravi agli appartamenti o se si oppone alla manutenzione di impianti pericolosi. Una denuncia può essere sporta presso le autorità competenti, come il Comune o l’ASL, per verificare se vi siano violazioni delle norme in materia di sicurezza o igiene. Inoltre, è possibile presentare un esposto al tribunale per richiedere un provvedimento d’urgenza volto a obbligare il condominio a fare i lavori.

L’azione legale può risultare particolarmente utile nei casi in cui le conseguenze del mancato intervento implichino rischi per la salute o per la stabilità dell’edificio. Per esempio, in presenza di crepe nella struttura o di infiltrazioni che mettono in pericolo la tenuta dell’immobile, il tribunale può disporre, in via d’urgenza, che i lavori vengano eseguiti.

È fondamentale raccogliere prove, come perizie tecniche e testimonianze, per dimostrare la necessità dell’intervento. Questa procedura può risultare efficace anche in casi meno gravi, come il malfunzionamento dell’impianto elettrico condominiale, che potrebbe costituire un rischio per la sicurezza.

Lavori condominiali su parti private e il bonus 110%

In alcune situazioni, i lavori condominiali possono interessare anche le parti private dei singoli condomini, come balconi o terrazze, che hanno un impatto sulla facciata o sull’estetica dell’edificio. In tali casi, l’assemblea deve deliberare sugli interventi, valutando la ripartizione delle spese secondo quanto previsto dal regolamento condominiale e dal Codice Civile. In molti casi, interventi che interessano le parti comuni e private sono incentivati dalle agevolazioni fiscali, come il Bonus 110%, che copre parte dei costi e permette al condominio di effettuare i lavori a condizioni vantaggiose.

Quando un condomino si oppone ai lavori necessari per ottenere il bonus, è importante ricordare che questi interventi non sono solo una questione economica, ma anche di valorizzazione dell’immobile. La possibilità di fruire di un bonus rende l’investimento vantaggioso per tutti e spesso favorisce l’accordo. Tuttavia, se la maggioranza dei condomini si oppone senza ragioni solide, il singolo può proporre un’azione per ottenere il consenso, presentando documentazioni e perizie che ne dimostrino il beneficio economico e strutturale. In alcuni casi, l’uso dei bonus può convincere i condomini a sostenere i lavori senza opposizioni, soprattutto se le agevolazioni fiscali rendono gli interventi sostenibili.

Come gestire i condomini che non hanno i soldi o si oppongono ai lavori?

Quando uno o più condomini non hanno i mezzi economici per sostenere i costi dei lavori o semplicemente non desiderano partecipare, la situazione può diventare complessa. Le opzioni per chi vuole procedere sono diverse: alcuni condomini scelgono di proporre soluzioni di pagamento dilazionato o agevolato per favorire l’accordo. Un’altra opzione è richiedere al giudice un provvedimento che vincoli tutti i condomini a partecipare, in particolare se i lavori sono necessari per la sicurezza o per evitare danni futuri. L’uso dei bonus fiscali può alleviare il peso economico e, spesso, la rateizzazione degli importi può rappresentare un compromesso accettabile per entrambe le parti.

Infine, è bene tenere in considerazione che, in casi estremi, un condomino può essere esonerato dalle spese straordinarie se dimostra di trovarsi in una situazione economica di particolare difficoltà. Tuttavia, questa misura può essere applicata solo in casi rari e quando vi sia un regolamento che ne preveda l’applicazione. Anche in tali situazioni, l’intervento di un legale può aiutare a mediare tra le esigenze economiche dei condomini e la necessità di eseguire lavori indispensabili. Una gestione equilibrata della questione economica può prevenire conflitti e consentire di procedere con le opere necessarie senza traumi.

Affrontare un condominio riluttante a fare i lavori può sembrare una sfida difficile, ma ci sono strumenti legali efficaci che possono agevolare l’esecuzione dei lavori, garantendo il rispetto delle norme.

Richiedere una consulenza legale può essere essenziale, specialmente per ottenere delibere favorevoli o per avviare azioni legali in caso di opposizione. L’importanza di mantenere l’edificio in buone condizioni e di tutelare la sicurezza e il comfort degli abitanti rende indispensabile la collaborazione tra i condomini, ma quando questa viene a mancare, la legge offre strumenti di tutela.

IL CONDOMINIO NON VUOLE FARE I LAVORI – 7 DOMANDE FREQUENTI CHE POTREBBERO INTERESSARTI

1. Cosa succede se un condomino non vuole fare i lavori necessari?
Se un condomino si oppone ai lavori, ma questi sono necessari per la sicurezza o la manutenzione dell’edificio, l’assemblea può comunque deliberare l’intervento con le maggioranze previste dalla legge. In caso di dissenso, si può ricorrere al giudice per obbligare il condominio a procedere.

2. Come posso obbligare il condominio a fare i lavori?
Se i lavori sono urgenti o obbligatori, puoi richiedere la convocazione di un’assemblea per deliberare l’intervento. Se il condominio rifiuta, è possibile agire legalmente per ottenere un provvedimento che imponga l’esecuzione dei lavori.

3. Quando si può denunciare un condominio?
La denuncia è possibile quando il condominio rifiuta di effettuare lavori urgenti che compromettono la sicurezza o la salubrità delle parti comuni. In questi casi, si può presentare un esposto all’autorità competente o chiedere un provvedimento d’urgenza in tribunale.

4. Quando i lavori condominiali sono obbligatori?
I lavori condominiali diventano obbligatori quando riguardano la sicurezza, la stabilità e la funzionalità dell’edificio, come nel caso di infiltrazioni o crepe strutturali. Inoltre, anche lavori di manutenzione ordinaria possono essere obbligatori per garantire la vivibilità delle aree comuni.

5. Si possono eseguire lavori urgenti senza delibera?
Sì, in caso di estrema urgenza, un condomino può effettuare lavori senza delibera, ma è tenuto a informare gli altri condomini. L’art. 1105 c.c. permette interventi autonomi in casi di necessità, purché siano giustificati dall’urgenza e comunicati correttamente.

6. Il Bonus 110% copre tutti i lavori condominiali?
Il Bonus 110% è applicabile a specifici lavori che riguardano l’efficienza energetica e la riduzione del rischio sismico. Per usufruire del bonus, i lavori devono rispettare i requisiti previsti dalla normativa e ottenere la maggioranza in assemblea per essere approvati.

7. Cosa fare se alcuni condomini non hanno i soldi per contribuire ai lavori?
Quando ci sono difficoltà economiche, è possibile proporre dilazioni di pagamento o ricorrere a bonus fiscali. In alternativa, il condominio può approvare agevolazioni o richiedere al giudice di intervenire in caso di necessità.

 

 

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