Anatocismo bancario: quando fare causa alla banca

Anatocismo bancario: quando fare causa alla banca

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Nell’articolo di oggi approfondiremo l’argomento anatocismo bancario, quando fare causa banca. L’anatocismo bancario è una pratica finanziaria che può avere un impatto significativo sulle finanze personali di coloro che sono coinvolti in transazioni bancarie. Si tratta dell’applicazione degli interessi sugli interessi maturati e non ancora pagati, aumentando così il debito complessivo. Questa pratica, seppur ampiamente dibattuta, è spesso oggetto di contenzioso legale, con i consumatori che cercano di difendere i propri diritti di fronte a una possibile ingiustizia finanziaria. 

Cos’è l’anatocismo bancario

Il concetto di anatocismo si riferisce al calcolo degli interessi già maturati su una somma dovuta. Nel contesto dell’anatocismo bancario, si tratta di un procedimento in cui una banca calcola gli interessi maturati su un capitale di credito e successivamente utilizza tale importo come base per ulteriori calcoli di interessi.

Questa pratica porta alla capitalizzazione degli interessi maturati, generando un capitale aggiuntivo all’importo originale dovuto. A sua volta, produce interessi supplementari. Si tratta, quindi, di interessi composti, derivanti da interessi calcolati sul debito principale e successivi interessi maturati su di esso.

Questo processo presuppone l’esistenza di un’obbligazione creditizia precedentemente concordata tra il richiedente (debitore) e il creditore (la banca). Prevede l’erogazione di un finanziamento e il successivo rimborso, generalmente rateizzato, con l’applicazione di un tasso di interesse specifico. Va sottolineato che, nonostante le nuove regole vietino l’anatocismo, esse non influenzano in alcun modo sul regime degli interessi moratori.

La differenza tra anatocismo ed interessi di mora

Gli interessi di mora, disciplinati dal Codice Civile, entrano in gioco quando il cliente debitore non adempie alle proprie obbligazioni pecuniarie. Questi rappresentano un aumento del costo del rimborso di un finanziamento. Subentrano nel caso di mancato pagamento della tariffa nei termini di stabilità del contratto.

Gli interessi di mora fungono da protezione per gli istituti di credito e, contemporaneamente, vengono utilizzati come segnalazione di un possibile inadempimento da parte del cliente. Contribuicono così a identificare un “cattivo pagatore” (in proposito, leggete il nostro approfondimento Come cancellarsi dal CRIF dopo il saldo e stralcio) e un credito a rischio.

È importante sottolineare che la natura degli interessi di mora è completamente diversa da quella dell’anatocismo. I primi derivano da situazioni di inadempienza contrattuale; l’anatocismo riguarda il calcolo degli interessi su somme già maturate.

Differenza tra anatocismo ed usura

Spesso, si verifica la confusione tra i concetti di anatocismo ed usura. Pertanto, è necessario esaminarli brevemente entrambi. Innanzitutto, mentre l’anatocismo bancario può essere considerato illecito, gli interessi usurai costituiscono la base di pratiche illegali, regolate dall’articolo 644 del Codice Penale.

È importante sottolineare che l’espressione “interessi usurai” o “tasso di usura” si riferisce a interessi che superano il tasso di soglia stabilito per legge, applicato durante la concessione di un credito. Di conseguenza, è possibile chiarire la questione affermando che:

  • l’anatocismo bancario si configura come la pratica illegittima di ricalcolo degli interessi sugli interessi da parte di istituti bancari;
  • l’usura consiste nell’applicazione di un tasso di interesse elevato fin dall’inizio, spesso derivante da una posizione di vantaggio del concedente rispetto al richiedente in difficoltà.

Quando e come agire per tutelarsi dall’anatocismo

Compreso che i casi in cui è legittimo l’anatocismo sono notevolmente limitati, nel caso si sospetti un comportamento improprio da parte della banca, è importante valutare attentamente la corretta gestione finanziaria e il calcolo adeguato degli interessi. Una pratica comune per verificare la presenza di anatocismo bancario consiste nell’analizzare un possibile calcolo degli interessi sugli interessi all’interno del proprio conto corrente.

Di solito, si esamina un periodo di tempo corrispondente approssimativamente all’apertura del credito fino al momento della verifica. Questa attività coinvolge un consulente del settore (a meno che non si disponga già delle competenze adeguate) incaricato di esaminare gli estratti conto del periodo considerato e di verificare gli addebiti specifici delle competenze.

In genere, questa procedura consente di accertare se ci sono stati in aumento tali da dimostrare che la banca ha adottato una condotta rientrante nei casi di anatocismo illegittimo. Una volta stabilito che si tratta effettivamente di anatocismo, è essenziale adottare misure di tutela adeguate.

Anatocismo bancario: quando fare causa alla banca

Inizialmente, si dovrebbe inviare una lettera di diffida alla banca, richiedendo ingiustamente la restituzione delle somme trattenute. Questa pratica è altresì necessaria, nel caso di un conto corrente chiuso, per interrompere la prescrizione. Se la lettera di diffida non produce gli effetti desiderati, sarà necessario intraprendere azioni legali, con l’obbligo preliminare di mediazione, finalizzata a risolvere la controversia prima di ricorrere al tribunale.

In alternativa, è possibile rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario, un organismo indipendente e imparziale che offre una decisione non vincolante. Tuttavia, il mancato rispetto di tale decisione sarà comunque reso pubblico. Da notare che, per le controversie legate agli investimenti “retail” e agli intermediari finanziari, la Consob ha istituito l’Arbitro per le Controversie Finanziarie, un organo imparziale e indipendente.

Pertanto, in caso di anatocismo bancario o altre controversie con una banca o un istituto di credito, l’ordinamento italiano prevede il ricorso alla via giudiziale ordinaria solo dopo un tentativo di risoluzione stragiudiziale, come la mediazione o altri mezzi extragiudiziali. Infatti, qualora il ricorso a questi strumenti non abbia sortito gli effetti sperati, sarà necessario rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto bancario, mutui e anatocismo.

Anatocismo bancario, quando fare causa banca: contattate il miglior avvocato contro le banche Roma

Gli avvocati specializzati contro le banche possono svolgere un ruolo cruciale per anatocismo bancario, quando fare causa banca. Si tratta di avvocati finanziari in grado di condurre indagini approfondite per raccogliere prove, esaminare contratti, documenti finanziari e valutare se la banca abbia agito in modo illecito o in violazione dei regolamenti bancari.

Scegliere il miglior avvocato diritto bancario vuol dire essere supportati nella negoziazione di accordi extragiudiziali, e se necessario, nell’intentare una causa legale contro la banca per ottenere riparazioni o risarcimenti. L’obiettivo è quello tutelare gli interessi del cliente e garantire che venga fatta giustizia nel caso di dispute finanziarie con istituti bancari.

Se vi trovate a dover intentare una causa contro la banca, rivolgetevi all’avvocato diritto bancario Roma. Presso lo Studio Legale Parente Bianculli & Associati, sito in Viale delle Milizie 96, a Roma Prati, potrete contare sull’assistenza legale del avvocato diritto bancario Roma. Per un appuntamento, chiamate il numero 06 3975 4846 oppure inviate una mail all’indirizzo [email protected].

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