Mutuo non concesso: quando adire vie legali

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Mutuo non concesso: quando adire vie legali è il tema che, oggi, desideriamo approfondire con i nostri lettori.  L’ottenimento di un mutuo è un passo importante nella realizzazione dei propri sogni immobiliari. Tuttavia, quando una richiesta di mutuo viene respinta, può essere frustrante e sconcertante. Prima di decidere di adire le vie legali, è importante valutare attentamente le ragioni del rifiuto e cercare soluzioni alternative.

Se si ritiene che il rifiuto sia ingiusto o basato su motivi discutibili, è bene, sin da subito, consultare un avvocato esperto in diritto bancario per valutare le opzioni che si hanno a disposizione e decidere il corso d’azione migliore. La scelta di intraprendere un’azione legale dovrebbe essere presa con attenzione e dopo una valutazione approfondita della situazione.

Motivi del rifiuto del mutuo

L’approvazione di un mutuo dipende dal possesso di determinati requisiti. La banca, prima di procedere con l’erogazione del prestito, deve avere una solida fiducia nella possibilità di recuperare l’importo concordato. Esistono cinque importanti motivi per cui una richiesta di mutuo può essere respinta. Essi possono essere suddivisi in base alle caratteristiche del richiedente o alle peculiarità della proprietà oggetto del finanziamento. Le motivazioni sono le seguenti:

  • L’importo richiesto supera le capacità finanziarie del richiedente.
  • La situazione lavorativa del richiedente è instabile o precaria.
  • Il richiedente ha avuto precedenti episodi di insolvenza.
  • Le caratteristiche della proprietà non soddisfano i requisiti per ottenere un mutuo.
  • Gli immobili ottenuti tramite donazione non sono idonei per la concessione di un mutuo.

Mutuo non concesso: l’importo richiesto supera le possibilità finanziarie del richiedente

Generalmente, la rata del mutuo non dovrebbe superare un terzo del reddito mensile dichiarato dal richiedente, al netto di qualsiasi altra esposizione finanziaria, inclusi tredicesima e quattordicesima mensilità. Nel caso di mutuo con più richiedenti, questa soglia viene calcolata sommando le entrate di entrambi i contraenti.

Il richiedente ha una situazione lavorativa precaria

Ancora, la precarietà della situazione lavorativa del richiedente aumenta notevolmente il rischio di insolvenza. Situazioni come la cassa integrazione, la mobilità o la perdita temporanea del posto di lavoro possono limitare la capacità del richiedente di onorare l’accordo stipulato con la banca. Inoltre, un reddito discontinuo o non verificabile può influenzare negativamente la possibilità di ottenere il mutuo.

Precedenti da “cattivo pagatore”

Eventuali episodi passati di insolvenza rappresentano un ostacolo significativo. Queste includono richieste da parte di clienti precedentemente identificati come “cattivi pagatori”, ovvero coloro che non hanno pagato o lo hanno fatto in ritardo su precedenti prestiti. I cattivi pagatori vengono segnalati in banche dati di rischio finanziario (in proposito, leggi il nostro approfondimento su Avvocato esperto cancellazione centrale rischi Banca d’Italia). Per legge, tuttavia, essi devono essere rimossi dopo un certo periodo. Inoltre, la presenza di protesti, come assegni scoperti o mancati pagamenti di cambiali, rappresenta un ulteriore ostacolo.

Le caratteristiche dell’immobile non soddisfano i criteri richiesti

Non deve sottovalutarsi anche le caratteristiche dell’immobile per il quale si richiede il mutuo sono altrettanto importanti. Un criterio rilevante è la sua capacità di essere rivenduto in caso di inadempienza del richiedente nei confronti della banca, ad esempio attraverso un’asta forzata. Allo stesso tempo, i mutui non vengono concessi per immobili che presentano irregolarità edilizie (leggete qui le ultime novità in tema di condono edilizio 2023/2024). Infine, ultima di questa disamina, i beni provenienti da donazioni vengono sempre più spesso esclusi dalla concessione di mutui, poiché potrebbero essere oggetto di azioni di revoca da parte di eventuali eredi che ritengano di essere stati privati ​​dei loro diritti.

Cosa fare in caso di mutuo non concesso: quando adire vie legali

In relazione alla questione mutuo non concesso: quando adire vie legali, è necessario svolgere un iter ben definito. Dopo aver ricevuto il rifiuto del mutuo, il primo passo è presentare un reclamo presso la banca. È importante farlo entro 30 giorni dalla notifica del rifiuto. Il reclamo dovrebbe contenere tutti i dettagli rilevanti e le ragioni per cui si ritiene che il rifiuto sia ingiustificato. Se non si riceve una risposta dalla banca o se la risposta non è soddisfacente, è possibile rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario. Questo deve essere fatto entro un anno dall’invio del reclamo iniziale. L’ABF è un organismo indipendente che esamina le controversie tra i consumatori e le banche.

Una volta che il caso è stato presentato all’ABF, l’organismo inizia ad esaminare la questione. Inizialmente, vengono concessi ulteriori 30 giorni per consentire alla banca di rispondere e fornire ulteriori chiarimenti. Se la banca non risponde entro questo periodo, l’ABF procede con la valutazione. Dopo l’ulteriore periodo di 30 giorni, durante il quale la banca può replicare, l’ABF prende una decisione. Questo può richiedere ulteriori 60 giorni. La decisione dell’ABF verrà quindi comunicata alle parti coinvolte, che si tratti del richiedente o della banca.

La banca ha un mese di tempo per eseguire la decisione dell’ABF, indipendentemente dal fatto che sia a favore del richiedente o meno. Questo significa che, se la decisione comporta l’approvazione del mutuo, la banca deve procedere con la concessione. Allo stesso modo, se l’ABF conferma che il rifiuto era giustificato, il richiedente dovrà accettare la decisione.

Evitare mutuo non concesso: quando adire vie legali. La consulenza con un mediatore creditizio 

Tuttavia, molti potrebbero desiderare di evitare la questione mutuo non concesso: quando adire vie legali e cercare una soluzione alternativa. In questo contesto, la consulenza di un mediatore creditizio può essere preziosa. Questi professionisti possono esaminare preventivamente la situazione finanziaria e creditizia del richiedente. Allo stesso tempo, possono determinare quale istituto finanziario sia più incline a concedere il mutuo in base alle circostanze specifiche.

Il Mediatore creditizio, noto anche come intermediario, è un professionista specializzato nel campo finanziario e creditizio. Egli agisce, appunto, come intermediario tra i richiedenti e le istituzioni finanziarie, come banche e società di credito. Il ruolo principale di un Mediatore Creditizio è quello di assistere i clienti nell’ottenere finanziamenti, inclusi mutui, prestiti personali, carte di credito e altre forme di credito.

Mutuo non concesso: quando adire vie legali, contattare un avvocato esperto diritto bancario

In alternativa, se il mediatore non è riuscito ad ottenere il risultato sperato, sarà necessario ricorrere ad un’ultima possibilità. Per risolvere la questione afferente a mutuo non concesso: quando adire vie legali, sarà necessario affidare la pratica ad avvocati specializzati contro le banche.

La scelta di un avvocato specializzato in diritto bancario a Roma è di cruciale importanza in virtù delle complesse dinamiche giuridiche e finanziarie che possono sorgere in ambito bancario e finanziario nella capitale italiana. Lo Studio Legale Parente Bianculli & Associati, che ha sede in Viale delle Milizie 96 a Roma Prati, vi garantisce la giusta competenza ed un adeguato supporto legale, grazie all’operato del miglior avvocato diritto bancario Roma.

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