La banca non liquida l’eredità: come agire per sbloccare il conto corrente

La banca non liquida l’eredità: come agire per sbloccare il conto corrente

By Alessio Di Lella

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Quando un familiare viene a mancare, uno dei momenti più delicati — oltre all’elaborazione del lutto — è la gestione della successione ereditaria. Tra le tante incombenze burocratiche, una delle più frustranti è quella che riguarda il rapporto con la banca del defunto. In teoria, la normativa è chiara: la banca, ricevuti i documenti, deve procedere con lo svincolo delle somme e la liquidazione delle quote ereditarie. Ma in pratica, accade spesso che la banca non liquida l’eredità, lasciando gli eredi in attesa anche per mesi, senza risposte chiare.

Vediamo in questo approfondimento perché succede, cosa fare se la banca non risponde, quanto tempo ha l’istituto per adempiere, e quali rimedi legali sono previsti in caso di comportamento negligente della banca, incluse la diffida formale e il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario.

Perché la banca non sblocca il conto di successione

Uno degli ostacoli più ricorrenti nella fase post-mortem è il blocco del conto corrente del defunto. Le banche, non appena ricevono notizia della morte del correntista, congelano il conto corrente, i titoli e qualsiasi altro rapporto finanziario, in attesa della documentazione successoria. Questo congelamento è legittimo e serve a tutelare l’intero patrimonio ereditario da prelievi indebiti o da contestazioni tra eredi.

Tuttavia, capita frequentemente che anche dopo la consegna della documentazione completa — dichiarazione di successione, certificato di morte, atto notorio, documenti di identità, codice fiscale e coordinate bancarie degli eredi — la banca non sblocca il conto di successione, generando ritardi ingiustificati. Il più delle volte il blocco persiste per inerzia interna, errori procedurali o in attesa di una firma mancante da parte di un erede.

E infatti, cosa succede se un erede non firma in banca? La regola è che la banca non può procedere alla svincolazione delle somme se anche un solo coerede non ha sottoscritto il modulo di quietanza o ha espresso opposizione. In questi casi, l’istituto è tenuto a trattenere le somme in attesa di un accordo, oppure a depositarle presso il Tribunale competente ai sensi dell’art. 2641 c.c. In alternativa, sarà necessario avviare una procedura giudiziale di divisione ereditaria.

Ma quando l’inerzia è immotivata o lentezze e disorganizzazione interne diventano croniche, può profilarsi un comportamento negligente della banca, con tutte le conseguenze del caso.

Quanto tempo ha la banca per liquidare gli eredi?

Una delle domande più frequenti che ci viene rivolta nel nostro studio è proprio questa: quanto tempo ha la banca per liquidare gli eredi? In assenza di contenziosi tra gli aventi diritto e in presenza di tutta la documentazione, la prassi bancaria (richiamata anche nei provvedimenti dell’Arbitro Bancario Finanziario) fissa in circa 30 giorni lavorativi il termine massimo per sbloccare i soldi della successione. Si tratta di un tempo tecnico ragionevole per svolgere i controlli antiriciclaggio e completare le verifiche interne.

Ma quanto tempo ci vuole davvero? La risposta dipende molto dalla tipologia di rapporto: nel caso di un semplice conto corrente intestato al solo de cuius, la liquidazione può avvenire in 15-30 giorni. Se invece sono presenti titoli, polizze vita, dossier titoli o cassette di sicurezza, le tempistiche si allungano, anche a causa dell’eventuale presenza di vincoli o di atti testamentari complessi.

Ciò che rileva, in ogni caso, è che la banca non può trattenere le somme sine die. Se il termine decorre inutilmente, e la banca non liquida gli eredi, allora si configura un inadempimento degli obblighi contrattuali e si apre la strada alla responsabilità per ritardo colposo.

Va ricordato, a questo proposito, che gli articoli 1175 e 1375 c.c. impongono l’obbligo di buona fede e correttezza nell’esecuzione del contratto, che si estende anche ai rapporti con gli eredi del correntista.

Cosa fare se la banca non risponde o rifiuta la liquidazione

Quando la situazione si incaglia e la banca non risponde, o si limita a rinviare nel tempo l’adempimento, è necessario adottare un approccio formale. Il primo passo da compiere è l’invio di una diffida alla banca per successione, firmata dall’avvocato e notificata tramite PEC o raccomandata A/R. In questa diffida si richiede l’immediato svincolo delle somme in banca e la liquidazione della quota ereditaria, con contestuale messa in mora per eventuali danni da ritardo.

Cosa fare se la banca non risponde neppure alla diffida? In questo caso, oltre a valutare un’azione legale vera e propria, è possibile attivare un procedimento alternativo di risoluzione delle controversie, rivolgendosi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Ma su questo torneremo tra poco.

Nel frattempo, è fondamentale raccogliere tutta la documentazione utile a dimostrare che:

  • La banca ha ricevuto correttamente la dichiarazione di successione;

  • Tutti gli eredi (o almeno una parte) hanno chiesto formalmente la liquidazione;

  • Non vi sono contenziosi ereditari in corso;

  • Il ritardo è immotivato e attribuibile a condotta omissiva o negligente dell’istituto.

A volte, basta la minaccia di un’azione giudiziale o la segnalazione all’ABF per sbloccare la situazione in tempi rapidi.

Ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF)

Il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario rappresenta oggi uno strumento efficace e relativamente rapido per ottenere giustizia contro comportamenti inadempienti della banca. L’ABF è un organismo indipendente istituito presso la Banca d’Italia che, pur non essendo un tribunale, emette decisioni vincolanti per l’istituto bancario, salvo il diritto di quest’ultimo di adire il giudice ordinario.

Il ricorso si presenta online, ha un costo minimo (20 euro) e può essere formulato anche senza avvocato, benché l’assistenza legale sia fortemente consigliata, specie nei casi complessi. L’ABF valuta se l’istituto ha violato i doveri di trasparenza, correttezza e diligenza nella gestione della pratica di successione.

Negli ultimi anni, sono state numerosissime le decisioni favorevoli agli eredi: basti pensare alle decisioni ABF che hanno condannato una banca al pagamento di interessi moratori per un ritardo di oltre 90 giorni nella liquidazione della quota ereditaria, nonostante fosse stata prodotta tutta la documentazione richiesta.

Tra le voci più frequentemente sanzionate:

  • Ritardi oltre i 30 giorni lavorativi senza giustificazione;

  • Richiesta di documentazione già fornita;

  • Rifiuto di procedere in attesa della firma di eredi già rinunciatari;

  • Omissioni comunicative e mancata risposta alle PEC.

Anche in questi casi, il ricorso all’ABF può spingere la banca a liquidare gli eredi senza ulteriori indugi.

Assistenza legale: come possiamo aiutarti

Gestire una successione non è mai semplice, ma diventa ancora più stressante quando si verifica un blocco totale da parte della banca. Non sempre si tratta di malafede: a volte le banche sono vittime della propria burocrazia interna. Tuttavia, se la banca non liquida l’eredità nonostante siano state rispettate tutte le condizioni, l’inazione è ingiustificata e merita una risposta decisa.

Se ti trovi in una situazione in cui la tua quota è bloccata, oppure la banca ti ignora da settimane, puoi inviarci la documentazione per una valutazione gratuita. Prepariamo per i nostri clienti diffide su misura, lettere di messa in mora e, se necessario, ricorsi all’Arbitro Bancario Finanziario. In alcuni casi, possiamo attivare anche un ricorso ex art. 702-bis c.p.c. per ottenere una condanna giudiziale alla liquidazione, ma dovrai approfondire il tuo caso con l’avvocato esperto in diritto bancario.

Ricorda: il silenzio della banca non è mai neutro, e la legge ti tutela.
Agisci in fretta, perché i tempi di attesa non devono diventare un abuso di posizione dominante.

La banca non sblocca il conto degli eredi: 12 domande frequenti che ti potrebbero interessare

1. Perché la banca non sblocca il conto di successione anche se ho già consegnato tutti i documenti?
La banca potrebbe non sbloccare il conto per ragioni interne di verifica, per mancanza di firme di tutti gli eredi, oppure per un errore procedurale. Se la documentazione è completa e non ci sono opposizioni tra eredi, la banca è tenuta a liquidare le somme entro un termine ragionevole.

2. Quanto tempo ha la banca per liquidare gli eredi?
Generalmente la prassi fissa in 30 giorni lavorativi il termine massimo per la liquidazione delle somme, salvo casi particolari. Superato tale termine senza una valida giustificazione, il comportamento della banca può considerarsi inadempiente.

3. Quanto tempo ci vuole per sbloccare i soldi della successione?
Dipende dalla complessità dell’eredità e dai rapporti attivi del defunto. In caso di solo conto corrente, il tempo stimato è di 2-4 settimane. In presenza di titoli, cassette di sicurezza o contenziosi, i tempi possono superare i 60 giorni.

4. Cosa succede se un erede non firma in banca?
La banca bloccherà la procedura fino a quando non riceverà la firma mancante. Se l’erede si rifiuta o è irreperibile, si può procedere con una divisione giudiziale o chiedere il deposito delle somme presso il Tribunale.

5. Cosa fare se la banca non risponde alle mie richieste?
In questi casi è consigliabile inviare una diffida alla banca per successione, a mezzo PEC o raccomandata A/R. Se il silenzio persiste, si può procedere con un ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario o agire in giudizio.

6. Come si invia una diffida alla banca per successione?
La diffida deve essere redatta in forma scritta e contenere: dati degli eredi, riferimento al de cuius, richiesta formale di svincolo, termini per adempiere e avviso di eventuali azioni legali. Può essere inviata tramite avvocato, via PEC o raccomandata.

7. Quali documenti servono per sbloccare le somme in banca?
Occorrono: certificato di morte, atto notorio o dichiarazione sostitutiva, dichiarazione di successione, documenti degli eredi, codice fiscale e coordinate bancarie per l’accredito delle quote.

8. Cosa significa comportamento negligente della banca?
Si parla di comportamento negligente quando la banca ritarda immotivatamente la liquidazione, chiede più volte gli stessi documenti o non fornisce risposte entro tempi ragionevoli. In questi casi può sorgere una responsabilità risarcitoria.

9. Come posso svincolare le somme in banca se c’è conflitto tra gli eredi?
Se non c’è accordo tra gli eredi, la banca non può liquidare nessuno. L’unica strada è una causa di divisione ereditaria o un accordo transattivo tra gli eredi, formalizzato per iscritto.

10. Cosa comporta la liquidazione della quota ereditaria?
Significa che la banca accredita a ciascun erede la sua parte di patrimonio, in base alla dichiarazione di successione e agli accordi tra gli aventi diritto. Dopo la liquidazione, il conto del defunto viene chiuso.

11. È utile fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario?
Sì. Il ricorso all’ABF è un mezzo efficace per sanzionare ritardi e comportamenti scorretti della banca. Ha un costo contenuto e può portare a una decisione vincolante per l’istituto entro circa 90 giorni.

12. Posso agire in giudizio contro la banca se non liquida l’eredità?
Sì, è possibile presentare un ricorso ex art. 702-bis c.p.c. per ottenere una pronuncia giudiziale che obblighi la banca alla liquidazione. In alternativa, si può richiedere il risarcimento dei danni da ritardo o negligenza.

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