Affidamento figli minori: tutti i casi previsti dalle legge

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La disciplina dell’affidamento dei figli è un tema di estrema importanza nel sistema giuridico, poiché riguarda la tutela e il benessere dei minori coinvolti in situazioni di separazione o divorzio dei genitori. La questione dell’affidamento dei figli in situazioni di separazione, divorzio o nascita fuori dal matrimonio è stata oggetto di riforma con il Decreto Legislativo numero 154 del 2013.

Questa legge ha introdotto gli articoli 337-bis e successivi nel codice civile italiano, che disciplinano i criteri di scelta che il giudice deve seguire in caso di separazione o divorzio e anche per i figli nati fuori dal matrimonio. L’ambito di applicazione di queste disposizioni è chiaramente definito nell’articolo 337-bis del codice civile, che stabilisce che si applicano “in caso di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio e nei procedimenti relativi ai figli nati al di fuori del matrimonio”.

Per questo la decisione sull’affidamento può avere un impatto significativo sulle vite  di genitori e bambini e richiede una valutazione attenta e ponderata degli interessi dei bambini coinvolti. In questo articolo, esploreremo la disciplina dell’affidamento dei figli, analizzando i principi fondamentali, le modalità di decisione e gli aspetti chiave che i tribunali potrebbero prendere nel prendere tali decisioni complesse.

Prima di proseguire con la lettura dell’articolo, segnaliamo che, se avete bisogno di un Avvocato per Affidamento Figli, lo Studio Legale Parente Bianculli & Associati, sito in Viale delle Milizie 16 a Roma Prati, resta a disposizione per consulenze e supporto legale nel settore. 

Le norme di riferimento

Gli articoli 337-bis e successivi del codice civile stabiliscono che la decisione sull’affidamento dei figli deve essere presa tenendo conto dell’interesse superiore del minore. Questo principio fondamentale pone al centro la protezione e il benessere dei bambini coinvolti. Il giudice deve valutare una serie di fattori, tra cui le capacità genitoriali delle parti coinvolte, la relazione tra i genitori ei figli, l’ambiente domestico, la disponibilità e la capacità di soddisfare le esigenze dei minori, l’età dei figli e la loro volontà (se abbastanza grandi per esprimerla).

L‘obiettivo principale del giudice è promuovere un affidamento congiunto, che consente a entrambi i genitori di mantenere un ruolo significativo nella vita dei figli. Tuttavia, in alcuni casi, quando l’affidamento congiunto non è nell’interesse superiore del minore o non è praticabile a causa di circostanze particolari, il giudice può decidere per un affidamento esclusivo a uno dei genitori.

I principi fondamentale rispetto alla disciplina sull’affidamento dei figli

La disciplina dell’affidamento dei figli si basa su una serie di principi fondamentali, che pongono al centro l’interesse superiore del minore. Questo principio implica che qualsiasi decisione riguardante l’affidamento dei figli deve essere presa tenendo conto di ciò che è meglio per il loro sviluppo, la loro sicurezza e il loro benessere complessivo. Inoltre, viene attribuita importanza alla continuità e stabilità dell’ambiente in cui crescono i minori, nonché alla promozione delle relazioni significative con entrambi i genitori, sempre che sia nel loro interesse. 

Quali sono le modalità di decisione e cosa prendono in considerazione i Tribunali?

La decisione sull’affidamento dei figli viene presa considerando diversi fattori e circostanze specifiche del caso. Inizialmente, i tribunali cercano di favorire l’accordo tra i genitori attraverso la mediazione familiare, al fine di promuovere la collaborazione e l’autonomia delle parti coinvolte. Tuttavia, se le parti non riescono a raggiungere un accordo, il tribunale interviene per prendere una decisione che rispecchia l’interesse superiore del minore.

Gli aspetti che i tribunali includono sono la capacità genitoriale delle parti coinvolte, la relazione dei genitori con i figli, l’ambiente domestico, la disponibilità e la capacità di soddisfare le esigenze fisiche e psicologiche dei minori, nonché la vicinanza geografica tra i genitori. Altri fattori presi in considerazione includono l’età dei figli, la loro volontà (se sono abbastanza grandi per esprimere un’opinione) e la presenza di eventuali situazioni di violenza domestica o abuso.

In generale, l’obiettivo principale dei tribunali è promuovere un affidamento congiunto, in cui entrambi i genitori mantengono un ruolo significativo nella vita dei figli. Questo tipo di affidamento presuppone una cooperazione tra i genitori e richiede una buona comunicazione e flessibilità per prendere decisioni congiunte riguardanti l’educazione, la salute e il benessere dei minori.

L’assegno di mantenimento del figlio, caratteri principali

L’articolo 337-ter del codice civile regola i criteri per la determinazione della contribuzione al mantenimento del figlio. Tuttavia, è importante notare che gli accordi presi dai genitori in merito al mantenimento del figlio devono essere conformi all’interesse superiore del minore.

In base al terzo comma dell’articolo 337-ter, la scelta preferenziale per il mantenimento del figlio è quella del mantenimento diretto, che implica che i genitori si assumano direttamente la responsabilità di soddisfare le esigenze finanziarie del figlio senza la quantificazione di un assegno specifico.

Laddove non sia possibile raggiungere accordi in tal senso, il giudice può decidere di stabilire un assegno di mantenimento a carico di uno o entrambi i genitori a favore del figlio. In questo caso, il giudice terrà conto di diversi fattori per determinare l’importo dell’assegno di mantenimento.

Tra i fattori presi in considerazione dal giudice vi sono:

Le capacità economiche dei genitori: il reddito e le risorse finanziarie di entrambi i genitori saranno valutati per stabilire la loro capacità di contribuire al mantenimento del figlio.

Le esigenze del figlio: il giudice terrà conto delle necessità specifiche del figlio, come l’alloggio, l’educazione, l’assistenza sanitaria, il sostentamento e altre spese ritenute necessarie per garantire il benessere del minore.

Lo stile di vita del figlio durante il matrimonio: il giudice considera il tenore di vita che il figlio aveva durante il matrimonio dei genitori come punto di riferimento per stabilire l’assegno di mantenimento.

La situazione economica e la posizione occupazionale dei genitori: il giudice valuterà anche la situazione finanziaria dei genitori, inclusa la situazione loro occupazione e capacità di guadagno.

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